Genocidio degli armeni, dietrofront del governo. Gentiloni ora difende il Papa
Meglio tardi che mai. Ora il governo fa marcia indietro e plaude alle parole di Papa Francesco sul genocidio degli armeni. Si passa così dalla diplomatica presa di distanza dalle parole del Pontefice per non irritare il governo di Ankara alla solidarietà e alla critica nei confronti degli atteggiamenti assunti dalla Turchia. Il compito di rettificare il tiro viene assegnato al ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
Gentiloni ricorda le frasi di Giovanni Paolo II
“La durezza dei toni turchi non mi pare giustificata, anche tenendo conto del fatto che 15 anni fa Giovanni Paolo II si era espresso in modo analogo” a Papa Bergoglio che ha definito quello armeno un genocidio. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni rispondendo ai giornalisti a margine di una conferenza Ue-Mediterraneo, corre ai ripari. “L’Italia – ha aggiunto – ha più volte espresso solidarietà e vicinanza al popolo e governo armeno per le vittime e le sofferenze inflitte 100 anni fa”. Gentiloni ha poi aggiunto che “sul riconoscimento giuridico” del genocidio “abbiamo sempre invitato i due paesi amici Armenia e Turchia a dialogare per evitare che questa situazione ostacoli” un rasserenamento delle relazioni.
Gentiloni corregge la rotta
Come spesso avviene, quando su tratta di correggere la linea e non far fare brutta figura al governo Renzi, arrivano subito le dichiarazioni di appoggio dei renziani doc. La prima a tagliare il traguardo del ripensamento tardivo é la deputata Pd della Commissione Esteri, Lia Quartapelle. “Noi siamo con il ministro Gentiloni che ha fatto bene a sottolineare la durezza non giustificata dei toni turchi dopo le giuste frasi di papa Francesco sul genocidio armeno. Alcuni osservatori ritengono che la reazione di Ankara sia dettata da questioni interne: forse è così ma è nostro dovere ringraziare Bergoglio per le sue parole che ricordano l’orrore del genocidio”.