Incontro a Parigi tra Fini e Sarkozy. «Parleremo della destra italiana»
«Parleremo della destra italiana», dalle colonne de Il Messaggero, Gianfranco Fini, annuncia che martedì volerà a Parigi per incontrare nella sede dell’Ump Nicolas Sarkozy, una sua vecchia conoscenza. Sono in programma due conferenze, una all’Istituto francese per le relazioni internazionali e l’altra alla Sorbona, alla facoltà di Scienze politiche. Prendere lezioni dall’ex presidente francese per tornare in pista?, chiede la giornalista Claudia Terracina. Fini ovviamente nega: «Per carità. Io di nuovo sdoganato? Quel termine non mi è mai piaciuto. Con Sarkozy parleremo di politica, certo. Del futuro del suo partito, pressato come è dal Front National della Le Pen. E, ovviamente, mi chiederà della situazione della destra italiana».
Fini attacca Berlusconi
Quando parla della destra italiana, l’ex presidente della Camera non può fare a meno di riferirsi polemicamente a Silvio Berlusconi, la cui vicenda politica, spiega, «è all’epilogo». Elmetto in testa Fini spiega: «Dirò a Sarkozy che la catastrofe annunciata di Forza Italia non è dovuta, come si crede, alle liti tra i vertici forzisti. Piuttosto ritengo che Berlusconi stia cannoneggiando volontariamente il suo Stato maggiore perché ha bisogno di capri espiatori per l’eventuale sconfitta. È uno schenma che ha già adottato con noi alleati. Me ne ricordo bene. Poi è toccato ad Alfano. Lui non riesce a caricarsi della responsabilità del declino, o della sconfitta. Perciò, ora tenta di addossare la colpa del calo di Forza Italia a Fitto e Verdini».
Lega e Front National sono diversi
A Sarkozy, spiega ancora Fini, dirò che la Lega e il partito di Marine Le Pen «sono profondamente diversi: la Le Pen eredita un movimento nato sulla nostalgia di Vichy e del colonialismo francese, Salvini dice di riconoscersi in lei, ma è diverso. Intanto perché limita la battaglia al rifiuto dell’euro e all’invettiva anti-immigrati. Salvini alza molto la voce solo per far aumentare la sua percentuale. Ma non si sogna di misurarsi con il governo del Paese».