India fra tradizione e innovazione, così l’e-commerce ricorre ai “dabbawala”
Il loro sistema è stato studiato nelle scuole di management aziendale di mezzo mondo. E ora i dabbawala, i celebri fattorini di Mumbai che ogni giorno consegnano pasti caldi a decine di migliaia di impiegati con una puntualità e un’efficienza record, diventeranno parte integrante della più grande società di e-commerce dell’India dimostrando così che innovazione e tradizione possono coesistere e persino fondersi insieme aggiungendo valore alle aziende.
La società leader dell’e-commerce in India , Flipkart, una delle più promettenti start-up indiane che compete con altri giganti come Amazon e Snapdeal, ha annunciato una collaborazione con i dabbawala per ridurre i tempo di consegna e la logistica dell’ultimo miglio.
Ogni giorno nella metropoli e capitale finanziaria indiana, cinquemila “portatori di gavette” o, appunto, dabbawala in hindi, con una lunga tavola in testa, in treno e in bici, servono 200 mila clienti negli uffici portando il pranzo preparato dalle mogli a casa o dalle mense.
Il record dei dabbawala: solo un errore su 6 milioni di consegne
Questo peculiare sistema di consegna, introdotto oltre un secolo fa all’epoca coloniale britannica, è stato oggetto di studio in prestigiose scuole internazionali di management. Nel 2010 l’Università di Harvard ha inserito il “case study” sui dabbawala tra i testi di esame previsti per la formazione dei futuri manager come un sistema a basso costo con il più semplice sistema operativo.
Il presidente della loro associazione, la Mumbai Tiffinmen’s Association, Ragunath Medge, sostiene che il tasso di errore è di uno su sei milioni di consegne e che anche durante il monsone, quando la città è bloccata dalle alluvioni, la gavetta arriva puntuale sulla scrivania dell’impiegato.
A questi fattorini, che si distinguono per una “bustina” bianca in testa, di solito chiamato “Gandhi cap“, la prolifica industria del cinema di Bollywood ha dedicato nel 2013 un romantico film che è uscito anche in Italia. Si tratta di “Lunchbox” che racconta la impossibile romantica love story nata attraverso l’errata consegna di uno di questi contenitori d’acciaio inviato da una casalinga, non corrisposta ormai più dal marito, ad un impiegato pubblico in via di pensionamento.