Laura Boldrini a caccia di insulti su Facebook. Poi si arrende a Mussolini

18 Apr 2015 15:43 - di Girolamo Fragalà

Di coraggio ne ha parecchio, Laura Boldrini. Perché bisogna avere molto coraggio per replicare su internet pur essendo il personaggio politico più bersagliato dal popolo del web, forse quello che riscuote più antipatia in senso assoluto, persino più di Renzi (basta dare un’occhiata alla sua pagina fb ufficiale per rendersene conto). L’annuncio arriva quasi a sopresa, con tanto di trombe: «Già siamo su Twitter, Youtube e Flickr, tra pochi giorni apriremo anche una pagina Facebook della Camera», ha detto al Festival di Giornalismo di Perugia, spiegando che «Internet può rafforzare i processi democratici».

La strana rivoluzione di Laura Boldrini

Sembra quasi una rivoluzione, dal tono trionfalistico che usa la presidenta. Aprire una pagina Facebook è un gioco da ragazzi, ci vuole al massimo qualche minuto, figuriamoci quando si ha a disposizione uno dei più grandi uffici stampa esistenti in Italia. Eppure qui sembra di trovarsi di fronte a un’impresa storica. Probabilmente però per curare la pagina occorrono molta pazienza e un bel numero di persone. Basta infatti vedere cosa accade su Facebook ogni qualvolta la Boldrini parla, la valanga di commenti negativi, gli sfottò e anche i giudizi ineleganti.

Ecco come si è “arresa” a Benito Mussolini

È una specie di attacco quotidiano e spontaneo contro di lei, così com’è avvenuto con l’ultima sortita sui cristiani gettati a mare («non credo che su quel gommone sia avvenuta una discussione teologica»). Oppure sulla questione dell’obelisco di Mussolini, con una rivolta che l’ha costretta a fare – dopo parecchie ore – una clamorosa smentita: «È falso e ridicolo quanto scritto sui giornali sulla mia volontà di abbattere i monumenti fascisti, paragonandomi all’Isis. Lasciamo la polemica a chi fa della polemica il proprio stile. Nessuno vuole abbattere nulla». Poi ha aggiunto: «Sono stati i partigiani, venuti a Montecitorio, a sostenere di sentirsi in difficoltà a causa delle scritte inneggianti al fascismo su alcuni monumenti». Già, i partigiani a Montecitorio e quell’immagine: «Una mattina mi son svegliato…». A cantare Bella Ciao alla Camera è stata proprio Laura Boldrini. Resta da capire se è intonata o meno.

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