L’imam: «Le donne malvelate e infedeli sono un pericolo per l’Islam»
«Il valore di una donna si preserva nell’hijab» e a lei si chiede di osservare «la piena castità», mentre «bisogna prendere seri provvedimenti contro le donne malvelate e la cultura dell’immoralità» che «mettono a rischio il sistema islamico». Alle parole dell’imam, dalla folla dei fedeli che partecipano alla preghiera del venerdì nel cortile dell’università di Teheran si leva un coro di rumorosi consensi. Ci sono le donne che siedono quiete dall’altra parte della tenda verde che le separa dagli uomini.
Le donne malvelate e l’immoralità
Sono donne giovani e anziane, avvolte in chador neri o chiari con motivi floreali. Ascoltano e talvolta osservano i pochi giornalisti presenti, consapevoli di poter essere riprese e fotografate, benché molte lo rifiuterebbero in altri luoghi. Ali Movahedi Kermani, ayatollah che guida la preghiera, certamente non si riferisce a loro mentre si sofferma, in un passaggio della parte “politica” del suo sermone, sulle «preoccupazioni della Guida suprema per le questioni culturali». Vale da dire sulla “immoralità” nella società e sulle donne malvelate, fenomeni ai quali bisogna opporsi «perché mettono a rischio la sicurezza del nostro Paese». Il popolo infatti «ha votato e ancora vuole un sistema islamico, la maggioranza è rivoluzionaria e combatte l’uso improprio del velo». Il riferimento è all’abbigliamento sempre più disinvolto delle donne, che pure non trascurano mai di portare una sciarpa sui capelli nè di indossare camicie o soprabiti lunghi sui pantaloni. Ma “cattivi” pubblici ufficiali «chiudono un occhio sull’immoralità della società e mettono in pericolo il sistema», fondato sulla eredità dei “martiri” e sul rispetto delle loro famiglie. «Chiedo agli uomini pubblici – ha concluso – di creare un think-tank su come controllare questa immoralità nella società».