“O l’Italicum o a casa”. Renzi minaccia i suoi e fa battutacce su Letta e Prodi

24 Apr 2015 21:30 - di Liliana Giobbi

Arriva l’ultimatum di Renzi. Un ultimatum per i dissidenti del suo partito, una sorta di minaccia: “Se non passa l’Italicum, credo proprio che il governo cade”, dice a Otto e mezzo. Sottintesa è la conseguenza: non lo dice ma lo si intuisce perché se si va alle elezioni, i candidati li sceglie il leader del partito e quindi chi non si adegua non entra in lista, a meno che non decida di far nascere un’altra formazione politica, con tutti i rischi che ne derivano. O con me o fuori, dunque, bavaglio a chi non è d’accordo, fucilate a chi sbaglia.

 Renzi ironizza su Letta, Prodi e Bersani

“Se il governo, nato per fare le cose, viene messo sotto – afferma Renzi – allora vuol dire che i parlamentari dicono: andate a casa. Non sono per tenere poltrona aggrappata alle terga”. Il pericolo di una maggioranza risicata? “Se passa offro da bere, sono anni che non passa la riforma della legge elettorale”. Nemmeno un minimo di cortesia e di rispetto nei confronti di chi polemizza con lui, come Enrico Letta e Romano Prodi:  “Hanno due libri in uscita. Rispetto il parere di Enrico, poteva usare un’altra espressione rispetto al metadone ma non faccio polemiche. E a Prodi dice: “Più che rifare l’Ulivo, io voglio rifare l’Italia”.

Il mancato invito all’ex segretario alla festa del Pd? “Bersani ha ragione, giustissimo chiamarlo, hanno chiamato i ministri e non gli ex segretari. Noi lo andiamo a prendere in macchina, così non va a piedi, replica ironicamente alludendo alla battuta di Bersani che ci sarebbe andato anche a piedi. Infine un passaggio sul Cavaliere: “Stimo Silvio Berlusconi ma a mio avviso il duopolio è finito”.

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