Matteoli: voglio il processo, ne uscirò a testa alta. L’applauso del Senato

2 Apr 2015 12:54 - di Redazione

Il Senato ha detto sì all’autorizzazione a procedere per l’ex ministro Altero Matteoli coinvolto nell’inchiesta Mose. Accolta la proposta della giunta per le immunità parlamentari di concedere l’autorizzazione a procedere. Non sono stati presentati odg contrari, dunque non si è proceduto al voto. Lo stesso senatore Altero Matteoli aveva chiesto all’assemblea di Palazzo Madama di accogliere le conclusioni della giunta. “Sono qui a chiedere che sia data l’autorizzazione e invito ad evitare qualsiasi iniziativa che possa far sorgere ombre. Non voglio uscire da questa vicenda perché non c’è stata l’autorizzazione a procedere ma andando a processo e sottoponendomi alla giustizia”, ha detto in aula l’ex ministro.

Matteoli: mi difenderò con forza

“Mi difenderò con forza – ha aggiunto Matteoli – perché non ho nulla da temere, voglio uscirne a testa alta”, ha sottolineato. Ha chiarito, poi, che “non patteggerà mai, non si patteggia ciò che non si è commesso”. “Voglio difendermi nel processo, non dal processo – ha concluso – continuando a godere della stima e della fiducia di coloro che mi conoscono”. “Sono state effettuate in modo del tutto illegittimo ben 213 intercettazioni telefoniche sulla mia utenza telefonica, per le quali mai è stata avanzata richiesta di autorizzazione al Senato”, ha sottolineato ancora, ricordando che il suo “principale testimone d’accusa è il presidente del Consorzio Venezia Nuova che aveva dichiarato di avermi personalmente remunerato con denaro e con finanziamenti elettorali per i favori a lui fatti nel corso degli anni”.

“Contro di me 213 intercettazioni illegittime”

“A fronte di queste accuse ho avuto modo di dimostrare che l’unico finanziamento elettorale ricevuto dal Consorzio, pari a 20mila euro – ha aggiunto l’ex ministro – è stato immediatamente restituito dal mio committente elettorale al mittente“. Matteoli non ha espresso alcuna preoccupazione riguardo ai contenuti delle intercettazioni “che dimostrano al contrario la mia assoluta correttezza, ma sta di fatto che sono state realizzate e poi utilizzate a fini probatori in modo illegittimo”. “Varie sentenze della Corte costituzionale hanno stabilito che possono essere utilizzate, senza autorizzazione, le intercettazioni indirette di un parlamentare solo se esse sono sporadiche e casuali – ha aggiunto – Non mi pare che 213 intercettazioni si possano considerare sporadiche e casuali“. L’intervento di Matteoli è stato accolto dagli applausi e l’ex ministro ha ricevuto anche i complimenti di diversi senatori. “Hai restituito dignità a quest’aula”, gli è stato detto.

 

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