Il Mediterraneo è minacciato dalla plastica: 10 frammenti a metro quadrato

4 Apr 2015 17:32 - di Redazione

Dire che il “Mediterraneo è una grande zona di accumulo di detriti di plastica” non è forse una grandissima novità, ma sapere che la concentrazione media nella superficie è di circa un frammento per ogni quattro metri quadrati e che la presenza nelle zone più inquinate va arriva fino a dieci pezzi per metro  quadrato, sicuramente invita a riflettere. Quanto emerge da “Plastic Accumulation in the Mediterranean Sea“, uno studio di un gruppo di ricercatori iberici delle Università di Cadice e Barcellona, pubblicato sul magazine Plos One, pur senza allarmismi mette in evidenza il “potenziale rischio” per la salute dell’intero ecosistema del Mare Nostrum a causa dell’inquinamento della plastica.

Mediterraneo, i detriti in superficie ammontano a mille tonnellate

I ricercatori, ricordando come «recenti studi dimostrino l’esistenza di cinque regioni di accumulo su larga scala di detriti di plastica negli oceani, corrispondenti a ciascuna delle spirali subtropicali ai lati dell’equatore» e che «le correnti trasportano la plastica rilasciata» dall’inquinamento dell’uomo, sottolineano che «il Mediterraneo agisce su scala globale come bacino connettivo». Sono stati rilevati cinque tipi di frammenti derivati da prodotti di plastica, suddivisi in altrettante categorie: pellet industriale (residui grezzi) e granuli (da cosmetici), pellicole sottili (sacchetti), fili da pesca, schiuma, frammenti (pezzi da oggetti rotti). Si tratta per l’83% di elementi inferiori ai 5 millimetri di lunghezza definiti come microplastiche. Inoltre dalla concentrazione media di plastica misurata nel Mediterraneo, il carico totale di detriti in superficie è di circa mille tonnellate, il 7% del carico globale.

Il Mediterraneo è una risorsa per i Paesi rivieraschi

I ricercatori pongono l’attenzione sui possibili impatti dell’inquinamento da plastica in un mare dall’elevato valore ecologico ed economico come il Mediterraneo, che pur rappresentando meno dell’1% della superficie di tutti gli oceani cela tra il 4% e il 18% di tutte le specie marine e che per gli stati che vi si affacciano è una grande fonte di reddito tra industria della pesca e trasporto merci e turistico. Una posta in gioco troppo alta da mettere sul piatto, per questo i ricercatori non negano che «l’inquinamento da plastica, solo dopo mezzo secolo di grande diffusione, sia diventato un grande problema planetario». E se un’attività di pulizia potrebbe essere efficace ma non risolutiva, considerando che «la produzione di materie plastiche è destinata ad aumentare», la ricetta ideale è molto chiara e prevede che «le strategie di gestione dovrebbero essere affrontate alla fonte, al fine di impedire il rilascio di rifiuti in plastica nell’ambiente».

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