Salviamo la soldatessa Nunzia De Girolamo, “vittima” dei renziani
Renzi è così intollerante alle critiche, e Alfano così appiattito sul premier, che basta Nunzia De Girolamo per terrorizzarli. E così fanno scattare le purghe. È per questo che l’ex ministro delle Politiche Agricole, la bella Nunzia, aveva dovuto mollare il governo senza essere indagata. E ora ha lasciato pure lo scranno di capogruppo alla Camera. Per fare posto a quel Maurizio Lupi che, come lei, ha salutato l’esecutivo senza che alcun pm ne contestasse qualche reato.
Nunzia De Girolamo e i tentennamenti di Alfano
La differenza è così lampante che dovrebbe accorgersene pure l’inquilino del Viminale: mentre gli alleati del Pd cadono come mosche per volere di Renzi, il Pd si tiene stretti i suoi impresentabili e i suoi indagati. Come i quattro sottosegretari De Filippo, Barracciu, Del Basso De Caro e Castiglione. Ma la sinistra fa il suo mestiere. È il capo-partito Alfano che dovrebbe iniziare a fare il suo. Difendendo i suoi o perlomeno facendo finta. E invece ha punito la De Girolamo perché troppo anti-renziana. In pratica, è l’unica a non volersi suicidare in quel partitino chiamato Nuovo Centrodestra ma che fa da tappetino al premier. Il risultato, per Angelino, è avere più poltrone che elettori. Ma è quello che desidera in questo momento. Potere, potere, potere. Un’ossessione.
Pur di restare aggrappato al Viminale, l’ex Guardasigilli ha ingoiato di tutto. Elenchiamo alla rinfusa. Cacciata della già citata Nunzia dal governo, permanenza nell’esecutivo degli indagati del Pd, umiliazione durante l’elezione del presidente Mattarella che prima ha criticato e poi votato con entusiasmo, defenestrazione di Lupi. Sul fronte elettorale, è una emorragia continua. In Emilia Romagna, pochi mesi fa, è andato da solo e non ha preso i voti neppure dai parenti. La gestione dell’immigrazione è tra le più impopolari degli ultimi anni. Con lui al Viminale è un susseguirsi di tragedie e scandali.
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