Siria, 3500 bambini palestinesi intrappolati dai terroristi dell’Isis

7 Apr 2015 16:32 - di Giovanni Trotta
Bambini palestinesi

I jihadisti dello Stato islamico (Isis) controllano circa l’80 per cento del campo palestinese di Yarmouk a Damasco. Lo riferiscono all’agenzia Ansa fonti palestinesi raggiunte telefonicamente a Damasco e in continuo contatto con attivisti a Yarmouk. Le fonti affermano che anche in queste ore continuano intensi gli scontri tra l’ala locale di Hamas, Aknaf Beit al Maqdisi e i miliziani dell’Isis. I civili, proseguono le fonti, sono intrappolati in tutte le zone del campo. Le fonti affermano inoltre che elicotteri governativi siriani bombardano postazioni jihadiste nel campo, situato alla periferia meridionale della capitale siriana. I bombardamenti delle forze lealiste siriane – proseguono le fonti – sono mirate a rallentare l’avanzata dell’Isis. Almeno 3.500 bambini sono intrappolati all’interno del campo profughi palestinese, con il rischio di essere uccisi o feriti, secondo quanto denuncia Save the Children. Le testimonianze degli operatori umanitari sul campo riportano di persone che giacciono in strada, senza la possibilità di essere soccorsi a causa dei combattimenti. Secondo fonti dell’organizzazione nei giorni scorsi decine di medici volontari, operatori umanitari e civili, sono stati uccisi, rapiti o feriti. Molti risultano ancora dispersi. «A Yarmouk stiamo assistendo a una farsa. I palestinesi all’interno della Siria hanno faticosamente mantenuto una posizione di equilibrio per rimanere fuori dal conflitto, e per questo ora sono sotto assedio», spiega Roger Hearn, direttore regionale di Save the Children in Medio Oriente. «Prima Yarmouk era un luogo vivace, dominato dalla speranza e ora è un luogo di terrore. La vera tragedia è che i palestinesi all’interno della Siria non hanno un posto dove scappare e trovare rifugio. È terribile il continuo fallimento della comunità internazionale nei confronti dei palestinesi», aggiunge Hearn.

I palestinesi in Siria non possono scappare da nessuna parte

Secondo gli operatori umanitari sul campo i bambini hanno bisogno di cibo, medicine e protezione e le loro necessità crescono disperatamente di ora in ora, senza che si possa raggiungere il campo profughi. Gli attacchi al campo di Yarmouk arrivano dopo due anni di assedio, in cui i civili mancano di sufficiente cibo, acqua e forniture mediche. Gli ospedali all’interno di Yarmouk non possono più fornire assistenza sanitaria dopo essere stati distrutti negli ultimi attacchi e le forniture mediche si stanno esaurendo. Attualmente, spiega Save the Children, non ci sono strutture sanitarie che siano in grado di assistere la popolazione civile intrappolata all’interno del campo assediato e i civili feriti dovrebbero essere immediatamente evacuati dal campo per ricevere assistenza. I palestinesi in Siria non possono lasciare il Paese, perché i confini per loro sono chiusi. Save the Children chiede alla comunità internazionale di sollecitare tutte le parti in conflitto a un cessate il fuoco che consenta di portare aiuti all’interno di Yarmouk e di evacuare i bambini e le famiglie ferite. Anche gli operatori umanitari, il personale medico, oltre ai civili palestinesi, sono stati nel mirino dei combattimenti: secondo le informazioni in possesso dell’organizzazione, nei giorni scorsi decine di medici volontari, operatori umanitari e civili sono stati uccisi, altri rapiti o feriti e alcuni di questi risultano ancora dispersi.

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