Spari al largo della Libia, Frontex svela: «Sono stati gli scafisti»

14 Apr 2015 16:52 - di Eleonora Guerra
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Sono stati i trafficanti di uomini a sparare al largo della Libia. Lo ha rivelato Frontex, mettendo fine al giallo sull’episodio che si è verificato la notte scorsa e nel quale sono stati coinvolti un rimorchiatore italiano e una unità militare islandese, ma non – come sembrava inizialmente – una nave della Guardia Costiera italiana.

La smentita della Guardia Costiera

«Nessuno sparo contro la Guardia Costiera», aveva fatto sapere nella tarda mattinata la Capitaneria di porto, ma questo non aveva risolto i dubbi sulla dinamica dell’incidente. E, anzi, a lungo si sono inseguite versioni contrastanti. Per ore l’unica certezza è stata il coinvolgimento del rimorchiatore privato italiano “Asso 21”, impegnato nel soccorso di un barcone di immigrati. Secondo una versione, il rimorchiatore aveva appena concluso il trasbordo di diversi disperati quando è intervenuta una motovedetta libica, che ha preso in consegna il barcone dirigendosi verso terra. In questa ricostruzione i colpi sarebbero stati sparati in aria dalla motovedetta, il cui percorso sarebbe stato monitorato per un tratto anche da una unità della Marina militare italiana, che era stata allertata nel frattempo. Invece, secondo un’altra versione, la prima a essere circolata, la nave da cui sono partiti i colpi poteva essere una imbarcazione di scafisti che stavano tentando di rientrare in possesso del barcone, forse dopo essere riusciti ad appropriarsi di una motovedetta libica.

Frontex sugli spari al largo della Libia

A fare un po’ di chiarezza è intervenuta poi Frontex. L’agenzia europea per il controllo delle frontiere ha chiarito che a sparare, come era stato detto all’inizio, sono stati proprio i trafficanti di uomini per recuperare il barcone. Inoltre, è stato chiarito che il rimorchiatore italiano era affiancato e da un mezzo della Guardia costiera islandese. Secondo il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, «questo è un segnale che i trafficanti in Libia stanno finendo le barche». Ma, benché gli spari non siano stati rivolti contro una nave italiana, si tratta comunque della seconda volta che gli scafisti sparano contro mezzi militari europei. Una vicenda che riporta in primo piano il tema della sicurezza degli uomini impegnati nelle missioni di soccorso. «Cosa aspetta il governo a mandare la nostra Marina Militare a rispondere al fuoco?», ha chiesto Giorgia Meloni, aggiungendo che invece «purtroppo la soluzione geniale del governo Renzi è accogliere tutti in Italia e requisire case e alberghi privati per ospitare tutti i profughi. Per noi invece le imbarcazioni dei terroristi vanno affondate e i barconi vanno bloccati alla partenza».

 

 

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