Stuprata in un campo rom a Roma. Ma il Pd dice di nuovo no alla chiusura
Ha rapito la sua ex di 21 anni, l’ha trascinata in un luogo isolato e l’ha violentata: l’uomo di 37 anni, con numerosi precedenti, residente nel campo rom di Castel Romano, alla periferia della Capitale, è stato fermato dalla polizia. La vittima, anche lei rom, è residente nel campo di via di Salone. La giovane, scossa e impaurita, non aveva inizialmente detto nulla a nessuno, neanche ai suoi genitori; ma il giorno seguente ha raccontato tutto al padre che ha avvisato la polizia. Sono stati gli agenti del commissariato Casilino ad occuparsi della vicenda e ricostruire l’accaduto. I due si erano frequentati per circa un anno, fino a quando lei aveva scoperto che l’uomo aveva già una moglie e dei figli. Non accettando questo allontanamento il 37enne aveva tenuto in diverse occasioni un atteggiamento molto violento nei suoi confronti; situazioni comunque mai denunciate prima dalla 21enne per timori di ritorsioni.
Campi rom: la sinistra dice no alla chiusura
«La sinistra romana in assemblea capitolina ha respinto la mia mozione in cui chiedevo la chiusura, entro sei mesi, di tutti i campi rom che insistono sul territorio della Capitale. Avevo proposto la bonifica e la restituzione degli spazi alla cittadinanza. Ma Pd e Sel hanno detto no. Per questi partiti il degrado urbano, l’insicurezza dei cittadini e i fenomeni di reiterata delinquenza non sono fatti rivelanti. Il conto però, salatissimo, dal punto di vista economico e sociale lo pagano solo i romani». Lo dichiara in una nota Marco Pomarici, consigliere Noi Con Salvini in assemblea capitolina.