Hanno ucciso in mare 12 cristiani. Fermati a Palermo 15 migranti islamici
Buttati in mare perché cristiani. La polizia ha fermato quindici migranti sbarcati nei giorni scorsi a Palermo dopo essere stati soccorsi nel canale di Sicilia perché avrebbero scaraventato in mare alcune persone durante la traversata per raggiungere l’Italia. I fermati sono tutti musulmani e tra loro c’è anche un minorenne. Secondo quanto ricostruito in base alle testimonianze di altri profughi, sul barcone sarebbe scoppiata una rissa per motivi religiosi e i musulmani hanno sopraffatto i cristiani e li hanno scaraventati fuori bordo. La polizia avrebbe raccolto «dichiarazioni coerenti», si apprende da fonti giudiziarie, e ci sarebbero anche riconoscimenti fotografici di alcuni degli indagati. Un rapporto è stato consegnato stamattina al procuratore aggiunto Maurizio Scalia. La Procura ha adesso 48 ore di tempo per chiedere la convalida dell’arresto. I 15 fermati fanno parte di uno dei tre gruppi di profughi sbarcati mercoledì a Palermo con tre diversi navi che li avevano soccorsi nel Canale di Sicilia. Sarebbero in tutto dodici le persone gettate in mare da un gommone carico di migranti che dalla Libia stava raggiungendo le coste siciliane durante una lite tra musulmani e cristiani. Le 15 persone fermate dalla polizia di Palermo sono indagate per omicidio plurimo e sarebbero state riconosciute dagli altri migranti. Le risse sui barconi sono considerate quasi all’ordine del giorno, ma mai si era avuta notizia di un’atroce selezione in base a criteri religiosi.
Immigrazione, altri 41 migranti morti nel Canale di Sicilia
Un altro naufragio con 41 vittime sarebbe avvenuto nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. A sostenerlo 4 superstiti sbarcati stamane nel porto di Trapani dalla nave “Foscari” della Marina Militare. I 4 sopravvissuti hanno riferito agli operatori umanitari e alla Polizia, che sta valutando il loro racconto, di essere partiti in 45 da Tripoli su un gommone naufragato. I migranti tutti maschi – due provenienti dalla Nigeria, uno dal Ghana e uno dal Niger – hanno raccontato di avere preso il largo dalle coste libiche a bordo di un vecchio gommone i cui tubolari si sono ben presto sgonfiati. I naufraghi sono stati avvistati da un aereo in ricognizione nel Canale di Sicilia che ha dato l’allarme, ma quando la nave “Foscari” è giunta sul posto il gommone era già affondati e l’unità militare ha potuto recuperare solo i quattro superstiti. Complessivamente sono 586 – tra i quali 78 donne, molte delle quali incinte, e 58 bambini, cinque dei quali neonati – i profughi raccolti dalla nave della Marina in tre distinte operazioni di soccorso e sbarcati stamane sul molo Ronciglio del porto di Trapani. I quattro naufraghi, dopo essere stati ascoltati dalla polizia, sono stati trasferiti temporaneamente nel Cie di Milo (Trapani).