Con 334 si l’Italicum è legge. Alla sinistra Pd è mancato il coraggio
Con 334 si l’Italicum è legge. L’ok definitivo al testo non ha riservato sorprese a Matteo Renzi. E se da un lato Bersani sottolineava il “dissenso ampio“, dall’altro una raggiante ministra Boschi, abbracciata da Alfano, cominciava a cinguettare la sua gioia su Twitter. Come ha prontamente notato Maurizio Gasparri “la sinistra Pd non ha avuto il coraggio di strappare” e un governo non voluto dagli elettori con un premier non eletto ha cambiato la legge elettorale. Tutto secondo copione, insomma. Con una pessima legge che sostituisce una brutta legge. Tutto molto italiano e assai penoso. In attesa del visto di Mattarella. Le opposizioni, alla fine, hanno optato per l’abbandono dell’Aula. Confermando la scelta del non voto. A lasciare vuoti i banchi della Camera, pochi minuti prima del voto finale, sono stati infatti i deputati di M5S, FI, Sel, Lega e Fdi sciamati in Transatlantico proprio durante la dichiarazione di voto del vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini.
Con 334 si l’Italicum è legge
“Non stiamo qui a schiacciare il pulsante rosso. Siamo obbligati a uscire dal voto segreto. Così vedremo come se la cava il presidente del Consiglio con i numeri”: ha spiegato Danilo Toninelli di M5S annunciando che il suo gruppo stava lasciando l’Aula. Claudio fava di Sel ha deciso di restare in aula e votare contro, così come il forzista Paolo Sisto in quanto presidente di commissione. Per il resto tutto secondo copione. Con Pippo Civati che ha ribadito il suo no attaccando il “porcellum con le ali” e un bel presidio “anti-Italicum” organizzato dagli esponenti della sinistra davanti alla Camera dei deputati. Presidio al quale hanno partecipato una quarantina di persone che hanno esposto striscioni contro la nuova legge elettorale ed il premier Matteo Renzi distribuendo pure un volantino in cui c’era scritto: “Noi non ci arrenziamo. La Costituzione non si tocca, no alla legge truffa”. Ma, intanto, l’Italicum è legge.
Sinistra senza coraggio
Ecco i tratti salienti della nuova legge elettorale voluta da Renzi, ovvero l’Italicum 2.0 successivo alla rottura del patto del Nazareno. La legge entrerà in vigore dal luglio 2016. Avrà un premio di maggioranza alla lista che supera il 40% dei voti, altrimenti obbligherà al ballottaggio i due partiti più votati se nessuno supererà quella soglia. È previsto uno sbarramento al 3% mentre i capilista sono bloccati. L’assegnazione dei seggi della Camera avviene proiettando le percentuali dei partiti, ottenuti a livello nazionale, su 100 collegi, in ognuno dei quali sono eletti 6-7 deputati. Nei 100 collegi ciascun partito presenta una lista di 6-7 candidati: il capolista è bloccato (cioè è eletto automaticamente se scatta il seggio) mentre le preferenze valgono solo per gli altri candidati. E’ possibile che un candidato si presenti in più collegi, fino ad un massimo di 10. La scheda vedrà a fianco del simbolo di ciascun partito il nome del capolista bloccato, e due spazi dove scrivere le due eventuali preferenze purché la seconda sia di genere diverso dalla prima.