Addio pollice verde, per l’irrigazione ci vuole l’urina: parola di ministro indiano

6 Mag 2015 15:58 - di Redazione

Addio concimi organici e acqua di fonte. Addio pollice verde. È l’urina il futuro dell’irrigazione. Perché pare che innaffiare le piante con il prodotto del lavoro dei nostri reni, le faccia crescere più del doppio. Una novità che arriva diritta dritta dall’India: novità che ha il timbro del governo, addirittura. Insomma, l’India che cincischia ancora, senza motivo, coi nostri due Marò, avrebbe fatto una scoperta epocale.  Che potrebbe persino trovare adeguato spazio in uno dei padiglioni ancora incompleti dell’Expo di Milano. Il fatto è presto detto: il ministro dei Trasporti indiano Nitin Gadkari ha rivelato di aver innaffiato con la propria urina, invece che con acqua, alcune piante nella sua residenza di New Delhi: il risultato e’ stato, ha assicurato a telecamere e  giornalisti prontamente convocati, che «sono cresciute una volta e mezza più del normale». Dichiarazioni nero su bianco passate dall’agenzia di stampa Pti. Il citato e ormai famoso ministro, parlando in un evento, ha raccontato l’accaduto spiegando di avere «avviato un esperimento a New Delhi».

Addio pollice verde

«E’ un po’ imbarazzante – ha convenuto -, ma vi prego di andare al sodo della questione. Ho cominciato a raccogliere la mia urina in un contenitore da 50 litri nella residenza ufficiale, ed i risultati sono stati impressionanti». «Ho chiesto al giardiniere – ha proseguito l’esponente di governo — di innaffiare con urina, composta fra l’altro di urea e nitrogeni, alcune piante e con acqua altre. Le prime sono cresciute molto di piu’ ed hanno avuto molti piu’ fiori». Gadkari, che parlava in un seminario sui problemi dell’irrigazione, ha concluso il suo intervento fra gli applausi del pubblico invitando calorosamente i presenti a tentare lo stesso esperimento perché «ingegnosità, imprenditorialità e innovazione sono qualità fondamentali e risparmiare denaro é come guadagnarlo». Una promozione a ministro dell’Agricoltura (visto lo stato dei trasporti nel continente) potrebbe essere solo questione di giorni. Insieme alla commercializzazione dell’immancabile brevetto.

 

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