Sui conti pubblici sta per esplodere anche la “bomba” di Equitalia
Dopo la sentenza sul rimborso delle pensioni e la bocciatura europea della “reverse charge“, sui conti pubblici italiani sta per esplodere un’altra mina da 2,5 miliardi di euro. Con «conseguenze devastanti sul bilancio di Equitalia», come sostiene proprio Equitalia, che ha messo in allerta il governo nero su biano. Conseguenze che «si ripercuoterebbero in definitiva sull’intero bilancio dello Stato, trattandosi di una società a totale capitale pubblico». Proprio questa mattina, alla Corte costituzionale, si è svolta l’udienza sul ricorso delle commissioni tributarie di Torino e Latina contro il calcolo dell’aggio sulle riscossioni, che potrebbe anche essere di inammissibilità. In caso di accoglimento, il principio accolto, favorevole ai contribuenti, aprirebbe una voragine in Equitalia e quindi nello Stato, costretto a ripianare. Equitalia Nord, che affronta il ricorso di Torino, innanzitutto si premunisce in caso di possibile sconfitta e chiede «quantomeno una limitazione della retroattività degli effetti della declaratoria di incostituzionalità della norma censurata ». E, soprattutto, avvisa i giudici togati che una dceisione sfavrevole avrebbe «effetti devastanti» per i suoi conti. Le questioni di costituzionalità furono sollevate, il 18 dicembre 2012, dalla commissione tributaria di Torino, su ricorso di Stefano Longhi, che aveva impugnato la sua cartella di pagamento, e da Latina il 29 gennaio 2013, stavolta per il ricorso di Anna Cacciotti. Di mezzo si sono le norme che, in tre provvedimenti legislativi (1999, 2008, 2009), fissano l’aggio in misura fissa, sganciato dai costi del servizio.