Berlusconi sfida Renzi e provoca Salvini: “solo gli slogan non bastano”
Intervistato da “Il Tempo”, Silvio Berlusconi appare sicuro e ottimista, come sempre: «Dopo il tonfo alle Regionali il premier sarà scaricato dal Pd». Per Berlusconi è solo una questione di “etichette”, dato che «quando Renzi perderà l’etichetta del vincente, il suo partito gli si rivolterà contro. La vedo male per il governo». Silvio Berlusconi, a 48 ore dalle Regionali, ostenta tranquillità.
Per Berlusconi, Renzi finirà alla prima sconfitta
«Renzi credeva che le elezioni regionali sarebbero state una passeggiata. Giorno dopo giorno il clima cambia. Vedo Renzi più nervoso e meno sicuro: sa che dalle urne potrebbe uscire per lui, come per Occhetto nel 1994, una sorpresa dolorosa». Inevitabile la domanda sugli “impresentabili, con una risposta molto politica: «Enrico Letta ha osservato che “se in Campania Berlusconi avesse candidato De Luca e le persone che lo appoggiano, noi del Pd saremmo in piazza a protestare in nome della questione morale”. Non occorre aggiungere altro».
Il clima di queste elezioni è cambiato: Renzi ha paura
Berlusconi prende le distanze dal premier: «Renzi è un politico puro, ragiona come un politico di professione. Io vengo dalla trincea del lavoro, lui ha sempre fatto politica. Alla sua età stavo realizzando un ambizioso progetto urbanistico che ancora oggi è considerato d’avanguardia in tutto il mondo e stavo per fondare la tv commerciale nel nostro Paese. Detto questo, i nostri rapporti personali sono sempre stati garbati e cortesi».
Per Berlusconi solo la rabbia non basta. La strada resta il PPE
La battuta finale è sul futuro leader del centrodestra, che «Sarà chi avrà la fiducia e il sostegno degli elettori. Questo non dipende dalle mie preferenze. Se poi sarà una donna, ne sarò felicissimo. Di donne di valore nel centrodestra ce ne sono tante. Quanto a Salvini, è certamente un bravo comunicatorè. Raccoglie un consenso basato sulla protesta e sull’esasperazione. Ma io credo che la strada giusta sia quella del Partito Popolare Europeo, dei liberali, dei cattolici, deiriformatori. La cultura del fare contro l’immobilismo della sinistra in versione renziana. La sinistra non si batte con le provocazioni e con gli slogan, si batte con i programmi e con la serietà».