Cameron apre anche il fronte dei diritti umani: «Non detta legge Strasburgo»

27 Mag 2015 16:25 - di Aldo Di Lello

Europa, Cameron apre anche il fronte dei diritti umani: dopo Bruxelles, sede della Commissione Ue, i conservatori britannici prendono di mira anche Strasburgo, sede della Corte  che decide appunto sulla eventuale violazione dei diritti umani da parte degli Stati nazionali che hanno sottoscritto la Convenzione europea. La questione ha particolare rilievo nel campo delle leggi a tutela della sicurezza in questi anni di emergenza terrorismo. «Il governo presenterà delle proposte per una Bill of Rights (Carta dei diritti n.d.r.) britannica»: così la Regina Elisabetta leggendo il discorso programmatico del governo Cameron a Westminster. L’obiettivo è quello di sostituire la Human Rights Act, la legge sui diritti umani promulgata sotto i laburisti, con una normativa più severa che introduca la possibilità quasi automatica di espellere dal Regno Unito i criminali non britannici condannati da un tribunale. Il progetto dei tory è quello di limitare l’influenza (l’ingerenza secondo alcuni) della Corte per i diritti umani. Una nuova “Carta dei diritti” punta invece ad offrire la garanzia che i tribunali e il Parlamento britannico abbiano l’ultima parola. Con riferimento speciale alle decisioni sul soggiorno accordato a presunti terroristi e criminali o al voto ai detenuti.  Secondo la Bbc il governo Cameron per ora si dovrebbe limitare a lanciare una consultazione in materia di diritti umani, rimandando l’inizio di un iter legislativo per una nuova normativa. Nel discorso della Regina c’è anche la conferma che il referendum sull’Ue si terrà entro il 2017.

 Sotto tiro di Amnesty

Secondo varie fonti, Cameron era  pronto a partire a razzo con la legge sui diritti umani, ma l’opposizione di diversi settori dell’opinione pubblica lo ha evidentemente indotto ad adottare  un passo più prudente. A mobilitarsi contro il progetto di Cameron anche vari esponenti del mondo artistico e culturale, come gli attori Benedict Cumberbatch, star di Sherlock e Vanessa Redgrave. «La nostra legge sui diritti umani –dice  Cumberbatch– appartiene a tutti noi. Non tocca ai politici decidere come e quando va applicata e chi deve proteggere». Cameron è recentemente finito anche nel mirino di Amnesty International: in particolare, è stata criticata la decisione del governo di adottare  misure di controterrorismo e sorveglianza  senza consultazione adeguata del parlamento. Le critiche si sono spinte anche oltre accusando il governo di aver fatto passare leggi che «erodono le libertà civili fondamentali» e che sarebbero  una vera e propria «ricetta per l’ingiustizia» sociale. In ogni caso, l’iter per ridefinire la delicata materia delle libertà civili  e, sopratutto, per decidere a chi spetta l’ultima parola pare ormai definito.

 

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