Corruzione, sì della Camera. Cantone: «Prescrizione? Occorre buonsenso»
Sì definitivo dell’Aula della Camera al ddl anticorruzione. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 280 voti a favore, 53 contrari e 11 astenuti. Contro hanno votato M5S e Forza Italia. La Lega si è astenuta. Il tutto dopo una giornata di polemiche e di puntualizzazioni. «Serve una riforma complessiva della prescrizione e una norma ad hoc per i reati di corruzione», ha affermato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione, in un forum all‘Ansa. Il magistrato ha spiegato che «i termini attuali sono inadeguati» e giudica «congruo» tornare a «un regime vicino a quello precedente la ex-Cirielli, sui 15-17 anni». Oltre – ha aggiunto – avrebbe poco senso».
La Camera approva, le perplessità restano
Soddisfatto per il disegno di legge si è detto anche il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), Rodolfo Maria Sabelli, presente al forum sulla legalità: «Si è intrapresa – ha dichiarato – la via giusta che, tuttavia, va proseguita». Sui termini di prescrizione del reato di corruzione, Matteo Renzi gioca a fare il furbo. Il buon senso esibito da Cantone nel definire «congruo» il ritorno al regime “pre-Cirielli” fa parlare il premier di «reato imprescrittibile». Una chira boutade elettorale.
FdI-An: «Testo insufficiente ma votiamo a favore»
Che non sfugge al capogruppo di Fratelli d’Italia-An, Fabio Rampelli, il quale dichiara: «Guarda caso, a dieci giorni dal voto Renzi accelera sull’anticorruzione, tanto per rifarsi una verginità dopo gli scempi compiuti dal suo governo e dai suoi predecessori: cinque tra svuota carceri e indulti mascherati». Rampelli punta l’indice contro i tagli delle risorse destinate alle forze di polizia e alle forze armate. «Per stroncare la corruzione in Italia – ha aggiunto- c’è bisogno di leggi di emergenza, come quella sui pentiti per mafia e terrorismo e di una profonda azione culturale che parta dalle scuole e, attraverso i ragazzi, isoli i corrotti già dall’interno delle famiglie. Si deve risentire l’orgoglio di essere onesti e di credere nello Stato». Elementi del tutto assenti nel ddl. Ma Rampelli annuncia comunque coto favorevole «solo perché – spiega – su questa materia c’è il rischio che il meglio sia nemico del bene».