
De Luca insulta Caldoro («Ha risanato sua sorella») che replica: «È un cafone»
Home livello 2 - di Guido Liberati - 21 Maggio 2015 alle 17:13
«Stefano Caldoro dice aver risanato la sanità in Campania. Diciamo che sia vero: ma allora perché c’è ancora il commissariamento. Ha risanato la sorella…». Ormai Vincenzo De Luca, candidato del centrosinistra alla presidenza della Giunta regionale della Campania, parla come il suo imitatore Maurizio Crozza. L’effetto non è comico, ma patetico. L’infelice frase è stata pronunciata del sindaco di Salerno durante un incontro elettorale con i dirigenti della Cgil della Campania. Ovviamente la risposta di Caldoro non si è fatta attendere: «De Luca non risponde mai con i fatti e le carte, ma generalmente con questi atteggiamenti. Uso un suo termine: il cafone è lui». Il presidente uscente della Regione Campania è costretto ad abbassarsi al livello del suo contendente. «Devo utilizzare un termine che lui usa spesso – afferma – dicendo che i napoletani sono cafoni, che nell’Agro nocerino sarnese sono dei cafoni, che i casertani sono dei cafoni». «Insomma ha dato del cafone un po’ a tutti – aggiunge – e uso il suo termine, il cafone è lui». «Mi colpisce il fatto che se la prenda sempre con le donne – conclude – prima con una giovane ragazza ora con un’altra donna».
De Luca più trash di Crozza
L’aspirante governatore sostenuto dal Pd, che ha le liste pieni di candidati inquisiti, ha cercato di minimizzare sulle sue imbarazzanti compagnie. «Contro di me è stata ordita una campagna di aggressione mediatica», si è lamentato De Luca, durante l’incontro a Napoli con i dirigenti della Cgil. «Lo hanno fatto a Roma. A Napoli invece sono molto più attenti a mantenere il sistema di potere». E sulla Sanità campana, De Luca ha parlato dell’assistenza ai disabili e dei tempi di attesa per alcuni esami diagnostici: «L’unico risparmio fatto è dovuto al fatto che sono andati via migliaia di operatori e non sono stati rimpiazzati». E ancora contro Caldoro ha sciorinato un’altra battuta da cabaret: «Quando parla fa riferimento alle responsabilità di Bassolino, Iervolino, Pietro Badoglio e dei Borboni. Non parla mai delle sue».