La destra vince in Gran Bretagna, Cameron stende i laburisti
I conservatori di David Cameron hanno la maggioranza assoluta. Hanno superato quasi subito la soglia dei 326 seggi sui 650 della House of Commons. I Laburisti si sono fermati tra i 232 e i 235, mentre i nazionalisti scozzesi intorno ai 55.
Cameron ottiene «un risultato fantastico»
Già nella notte l’esito del voto in Gran Bretagna, dove alle urne si è recato il 66% degli aventi diritto, era apparso chiaro, con una decisa riconferma dei Tory. Fra i primi a commentare il risultato era stato il sindaco di Londra Boris Johnson, dicendo che se gli exit poll fossero stati giusti si sarebbe trattato di «un risultato fantastico». È arrivato invece via Twitter il primo commento di Cameron, che ha aspettato il mattino e risultati più stabili per pronunciarsi. «Una nazione, un Regno Unito, ecco come spero di governare se sarò abbastanza fortunato da continuare come primo ministro», ha cinguettato il premier uscente, postando anche una foto abbracciato alla moglie con sopra la scritta «Un futuro migliore per tutti».
La notte «deludente» di Laburisti e Libdem
Crollo, invece, per i Libdem, alleati dei Tory che, con il loro leader, esprimevano il vicepremier. Nick Clegg ha salvato per un soffio il suo seggio di deputato, ma il partito ne ha persi 46, crollando di 15 punti e conservando solo 8 eletti. «È dolorosamente chiaro che è stata una notte crudele e punitiva per noi», ha commentato Clegg. E di una «notte molto difficile e deludente» ha parlato su Twitter anche il leader laburista Ed Miliband, che ha comunque ringraziato iscritti e sostenitori, aggiungendo una nota di fair play anche rispetto al futuro del Regno Unito. «Il prossimo governo – ha detto Miliband – avrà l’enorme responsabilità di unire il Paese. Ciò che ci unisce è molto di più di quanto ci divide». Si è detto poi «fiero della campagna che ha condotto l’Ukip» il leader euroscettico Nigel Farage, che non ha commentato però gli exit poll. Nei dati provvisori il partito registra una netta crescita arrivando al 12% (+9%), un risultato però che non sembra dover pagare in termini di vittorie nei collegi: i seggi potrebbero fermarsi a due.