Docenti in piazza in sette città: sarà il più grande sciopero di sempre
Decine di migliaia di persone in piazza in tutta Italia per protestare contro la riforma della scuola del governo Renzi, per uno sciopero generale che alcuni sindacalisti hanno definito “il più grande di sempre”. Manifestazioni sono in corso in sette città.
Cortei a Roma e Milano con politici del Pd
I cortei più partecipati a Roma e Milano, dove a fianco di insegnanti, personale della scuola e studenti, stanno sfilando i segretari generali dei sindacati confederali e autonomi e molti esponenti politici, anche del Pd. A Roma il corteo è partito da piazza della Repubblica, preceduto da alcuni flash mob degli studenti: “Siamo in centomila”, hanno detto gli organizzatori.
Il ministro Giannini: sciopero politico, gli idonei non hanno vinto un concorso
Corteo anche a Bolzano, dove è atteso anche il premier Renzi per un incontro di partito. Sua moglie, insegnante a Pontassieve, sta svolgendo invece regolarmente le sue lezioni. Il ministro Giannini, in una intervista a Qn, ha definito lo sciopero “politico”, “senza presupposti” e legato a “strategie elettorali”, accusando i sindacati di essere su “posizioni antiche”. In una intervista a Radio 24, questa mattina, ha poi sottolineato che, se da sette anni non c’era uno sciopero generale del comparto, è perché “da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla”. Il ministro ha poi parlato della mancata assunzione degli idonei usando una metafora: “Una cosa è avere la patente, una cosa è acquistare la macchina”, precisando che “non hanno vinto un concorso”. Mentre riferendosi agli sgravi fiscali per le famiglie che mandano i figli alle scuole paritarie, ha affermato che “equivale a riconoscere la libertà educativa”.
Faraone: sui presidi non torniamo indietro
Della contestata figura dei presidi prevista dalla riforma ha parlato invece, a Radio anch’io, il sottosegretario Davide Faraone, per dire che “sul ruolo del dirigente scolastico il governo non torna indietro. Abbiamo rafforzato sì il ruolo del collegio dei docenti e del consiglio d’istituto, ma il ruolo del preside-sindaco non è in discussione”.
I Cobas: sarà il più grande sciopero di sempre
Tra i primi commenti politici allo sciopero, quello del parlamentare Pd Pippo Civati, in piazza a Roma, secondo il quale “questo è uno sciopero non politico, perché la politica non rappresenta più nessuno, perché il Pd ha tradito i suoi impegni elettorali e ha fatto una riforma della scuola lontanissima dalla nostra cultura politica”. Con lui anche Stefano Fassina, che, riferendosi ai presidi, sostiene che “la scuola non può essere una caserma con un capo che comanda”. In corteo a Roma anche Susanna Camusso, segretario della Cgil: “Si trasforma la scuola in una scuola che vale solo per quelli che hanno condizioni agiate, mentre invece il grande tema è quello di una scuola pubblica che contrasti la dispersione”. “Sarà il più grande sciopero della storia della scuola italiana – sottolineano i Cobas che manifestano autonomamente sotto la sede del ministero dell’Istruzione – è la prima volta che i sei principali sindacati scioperano insieme”.
In piazza anche FdI con Rampelli
Al corteo romano ha partecipato anche una delegazione di Fratelli d’Italia: a fianco dei precari della scuola che si oppongono al ddl erano in piazza il capogruppo FdI alla Camera Fabio Rampelli e l’ex assessore alla Scuola del Campidoglio Laura Marsilio. FdI ha aderito allo sciopero anche con un manifesto in cui Renzi appare vestito da Napoleone di cui oggi, 5 maggio, ricorre l’anniversario della morte come tutti gli studenti ricordano grazie alla famose ode manzoniana.