Expo, arrestato l’uomo che prese a calci e a bastonate un agente
Un uomo è stato arrestato con le accuse di resistenza aggravata e lesioni aggravate per aver pestato un poliziotto, il vice questore Antonio D’Urso, durante i disordini al corteo dello scorso primo maggio contro l’Expo. Si chiama Marco Ventura, ha 28 anni ed è residente a Rho, nell’hinterland milanese. Avrebbe, da quanto si è saputo, alcuni precedenti e graviterebbe nell’area anarchica milanese. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Piero Basilone. L’ordine di custodia cautelare è stata firmata dal gip di Milano Donatella Banci Buonamici. Durante le devastazioni in pieno centro a Milano, messe in atto da alcune centinaia di black bloc, il vice questore Antonio D’Urso era stato picchiato a più riprese mentre cercava di bloccare una donna coinvolta negli scontri. Per permetterle la fuga, infatti, erano intervenuti alcuni antagonisti picchiando con bastoni il poliziotto. Uno di loro sarebbe proprio quello arrestato.
No-Expo: «fu un’aggressione collettiva»
Lo “scopo” di Marco Ventura sarebbe stato quello «di fare male» e il 28enne avrebbe agito «in concorso» con almeno altri due antagonisti. Agli atti sono state portate le foto del “placcaggio” e del pestaggio di Antonio D’Urso che, fortunatamente, si legge, indossava «il casco» Nelle foto si vedono alcune persone che intervengono «in gruppo» per liberare Anita Garola, una delle cinque persone finite in carcere per resistenza aggravata dopo la guerriglia del primo maggio. D’Urso, infatti, mentre tentava di fermare la manifestante, sarebbe stato in un primo momento colpito con calci e pugni da alcune persone e poi un antagonista (ancora da identificare), che indossava un casco e una maschera antigas, avrebbe fatto cadere l’agente con un vero e proprio «placcaggio». L’antagonista, poi, stando alle immagini, avrebbe iniziato a colpire con calci e pugni alla schiena e sul casco D’Urso, che era a terra. A quel punto, sempre stando alle foto, Ventura, non travisato e con solo un cappello in testa, avrebbe preso un bastone di legno che era nascosto dietro una siepe e avrebbe sferrato numerosi colpi contro il poliziotto, che intanto continuava a subire anche diversi pugni in più parti del corpo. Ventura sarebbe stato riconosciuto nelle immagini ed era già conosciuto per precedenti occupazioni dagli agenti della Digos, che hanno condotto le indagini. Un altro giovaneè indagato per concorso in resistenza, perché sarebbe stato identificato tra i partecipanti all’aggressione. Nel frattempo, le indagini della Procura di Milano proseguono per arrivare all’identificazione dei balck bloc che avrebbero causato le devastazioni, tra cui potrebbero esserci anche alcune delle persone che hanno pestato il poliziotto.
«Se non avesse avuto il casco, le consegueze sarebbero state gravi»
Il vicequestore Antonio D’Urso ha subito, dunque, un’aggressione «collettiva», distinta in «tre momenti», e «connotata da estrema violenza», si legge in un passaggio della richiesta di custodia cautelare. Il bastone di legno usato per colpire D’Urso era già stato utilizzato, stando alle indagini, da Ventura, che ha precedenti per un’occupazione del 2010 e ha frequentato in passato i centri anarchici Lab zero. Ha anche precedenti per furto aggravato e tentato furto. «Se il funzionario non avesse avuto il casco protettivo – ha scritto il pm – avrebbe subito gravi conseguenze». Nell’ordinanza si legge che D’Urso ha riportato contusioni al polso destro e al bacino, ritenute guaribili in 12 giorni.