Fassina attacca il Pd di Renzi: «Vuole prendere voti a destra…»
«Dopo il Jobs Act e le questioni istituzionali il Pd si è riposizionato, in modo da accreditarsi a destra». Lo afferma Stefano Fassina che – intervistato da Repubblica – si dice “pronto a lasciare il Pd se non cambia radicalmente la riforma della scuola”. Fassina rimarca il “riposizionamento di cultura politica, di programma e di interessi rappresentati” del partito e “l’atteggiamento di ottusa arroganza nei confronti dello sciopero di 618 mila lavoratori della scuola è l’ultimo esempio di un premier che colpisce sistematicamente gli interessi economici e sociali rappresentati dalla sinistra per accreditarsi a destra”. La “sinistra masochista“? «Vincere – sottolinea – è condizione necessaria per la politica, ma è un mezzo per cambiare la società. Mentre per Renzi è un fine da raggiungere con qualunque mezzo. Anche spostandosi sulla piattaforma della destra». Fassina vede il Pd come “il partito dell’establishment, sostanzialmente in asse con l’agenda tedesca che domina in Europa, con un impianto liberista sul terreno economico e sociale e plebiscitario sul terreno della democrazia”.