I soliti centri sociali contestano Salvini a Mestre. Ma lui rilancia: sfiderò Renzi
Salvini contestato dai centro sociali anche in piazza a Mestre: è ancora la protesta antagonista il leitmotiv di questa campagna elettorale condotta dal leader leghista: una costante che lo accompagna anche in questi ultimi giorni di comizi. Ma lui continua a non lasciarsi intimidire e a dimostrarsi determinato: «Quattro manifestanti non mi spaventano», ha ribadito il numero uno del Carroccio aprendo il comizio per le elezioni comunali e regionali a Mestre (Venezia) mentre a un centinaio di metri, bloccati dalle forze dell’ordine, i giovani dei locali centri sociali tentavano di sfondare il juro della sicurezza per raggiungere il palco da dove Matteo Salvini stava parlando.
Salvini contestato a Mestre
Dunque, i centri sociali di Venezia e Mestre hanno tentato di forzare il cordone di polizia attorno a piazza Ferretto a Mestre, dove era in corso un comizio elettorale di Matteo Salvini. I giovani sono stati respinti con una carica di alleggerimento da parte delle forze dell’ordine, mentre i manifestanti hanno lanciato fumogeni e almeno due bombe carta. Ma, come se nulla fosse, a poca distanza dai disordini, il leader della Lega continuava a parlare senza problemi ai propri sostenitori, toccando i temi ormai consueti della sua campagna elettorale. Passando dall’immigrazione – «spendiamo i soldi a casa loro», ha detto Salvini in piazza, «invece di farli morire o accogliendoli a braccia aperte in Italia» – alla politica di Renzi definita «fallimentare», fino agli elogi rivolti al Governatore veneto Luca Zaia, del Carroccio, ricordando i traguardi della sanità veneta «con i costi più bassi e la massima resa», senza tralasciare naturalmente i riferimenti polemici alla gestione «del Pd a Venezia», con la giunta di centro sinistra «travolta dallo scandalo Mose e dal malaffare». Ecco, punto per punto, i temi toccati da Salvini nel comizio veneziano, e ribaditi anche ai microfoni di Lucia Annunziata a In Mezz’ora.
1) Le contestazioni subite. «Non mi è piaciuto dover schivare sassi e bombe carta. Quella non è contestazione… E uno che lancia sassi non è normale. Se i cittadini mi chiamano al campo rom perché hanno un problema, ho il diritto di andare. Dove va tutto bene non mi chiamano. A Imperia i sassi li lanciavano a me e agli operai del pastificio che sta per chiudere. Io – ha chiuso l’argomento – sono orgoglioso di aver riempito le piazze ad Agrigento piuttosto che a Cecina».
2) Il voto di domenica. «Domenica prossima in Veneto, ma anche in altre regioni, la Lega sarà il primo movimento politico alternativo alla sinistra e a Renzi. Saremo quindi assolutamente interlocutori del governo. Il mio obiettivo però – ha aggiunto il leader del Carroccio – è prendere un voto in più di Renzi e andare al governo».
3) Pronto a sfidare Renzi. «Se gli elettori andassero a votare e noi fossimo i secondi dopo Renzi, io ci sono, non mi tiro indietro», ha risposto Matteo Salvini a chi gli ha chiesto se è pronto a essere lo sfidante di Renzi.
4) Tavolo con Cav. «Cosa vorrei fare con Berlusconi dopo le Regionali? Mi siederò a un tavolo a ragionare punto per punto su ciò che condividiamo e non condividiamo. Sull’Europa la vediamo in maniera diversa, ma vorrei capire se la nostra battaglia vuole essere comune», ha dichiarato il segretario federale della Lega in onda su Raitre a proposito di un possibile tavolo di confronto post elettorale con Silvio Berlusconi.
5) Le scuse a Napoli. «Per il coro da stadio chiedo scusa. Io sono un ultrà, seguo il Milan da quando ho cinque anni». È questa l’unica «sciocchezza» di cui il leader della Lega Matteo Salvini sente il dovere di scusarsi. «Tutto il resto – dice a In Mezz’ora – lo sottoscriverei, dalla castrazione chimica alla Boldrini. Ma per i cori chiedo scusa, andrò a Napoli e tornerò a Napoli: è una città stupenda ma amministrata malissimo, con sindaci che sono stati una calamità naturale».
6) Sindacati. «A me le cose uniche non piacciono. Penso che i sindacati siano corresponsabili di buona parte del disastro italiano (dall’approvazione della legge Fornero alle promozioni in base alle tessere e non al merito…) ma il Tg unico, la moneta unica, il partito unico non mi piacciono: preferisco la diversità».
7) Immigrazione. «Della Grande Guerra rivendico il sacrificio contro lo straniero. Oggi lo straniero lo andiamo a prendere a casa e lo portiamo in alberghi a quattro stelle. Oggi quei morti della Grande Guerra inorridirebbero». «Spero – ha quindi concluso sull’argomento Salvini – che la proposta italiana di affondare i barconi nelle coste libiche si faccia. Se Renzi porta avanti una battaglia giusta dicendo affondiamo i barconi, ha i voti della Lega e il sostegno della Lega. Ma il problema è che non ha il sostegno dell’Europa».
8) Pensioni. «È un anno che aspetto di parlare di pensioni. C’è progetto di legge di un esponente del Pd, Cesare Damiano, in Parlamento, che ha l’obiettivo di riportare a 62 anni l’età pensionabile e che noi siamo pronti a sostenere. Se lo porta in Aula, la Lega è pronta a votarlo».