La Guzzanti querelata: ha dato del mafioso a un sindaco di Forza Italia
Ancora una volta Sabina Guzzanti è stata tradita dal tasso ideologico fuori misura che ha nelle vene e si becca una querela. «Definire mafiosa la politica a Maruggio, come ha scritto sulla sua pagina ufficiale, per poi cancellarlo, Sabina Guzzanti, è un atto grave oltre che falso; è una becera diffamazione aggravata e la signora Guzzanti dovrà assumersi la responsabilità delle sue dichiarazioni con il sottoscritto e con tutta la comunità maruggese nelle sedi competenti». Chiare, pungenti parole contenute in una nota del sindaco di Maruggio, Alfredo Longo che – neanche a specificarlo è di Forza Italia -annunciando una querela per diffamazione nei confronti dell’attrice che aveva commentato sulla sua pagina Facebook la vicenda del porto di Torre di Moline a Maruggio e le presunte inadempienze in merito alla sua manutenzione da parte dell’imprenditore che lo ha in gestione da oltre 20 anni.
La Guzzanti si becca una querela per diffamazione
Il porto, ha scritto la Guzzanti, «non è stato mai pulito e oggi le barche dei pescatori per uscire si fanno accompagnare dalla Guardia costiera perché restano bloccate nella melma e i turisti scappano per la puzza intollerabile». Per l’attrice si tratta di «un’altra storia che ci fa capire come la politica abbia adottato metodi mafiosi e come se ne strafotta di qualsiasi tipo di protesta, evidenza, denuncia». Il sindaco precisa che «la revoca di una concessione demaniale è materia di pertinenza della Regione» e che l’amministrazione è pronta «a difendere gli interessi dell’ente e della comunità con qualsiasi strumento la legge ci mette a disposizione. Sabina Guzzanti? Provasse a informarsi – conclude Longo – o magari si limitasse a fare l’attrice perché quando si traveste da giornalista d’inchiesta dichiara falsità tanto da doverle cancellare anche dal suo profilo pubblico di Facebook». Vittime delle sue ossessioni, Sabina Guzzanti non si smentisce mai: da una lato l’ossessione della comicità impegnata, l’ossessione della satira a senso unico che ha finito per renderla sempre meno convincente. Dall’altro le sue denunce – come dimostrano i suoi film – che i mafiosi sono tutti a destra e sono tutti brutti, sporchi e berlusconiani.
Il caso del famigerato tweet “pro-Riina”
La donna è fatta così, era e rimane convinta che il problema dell’Italia fossero il centrodestra e la Rai che non le consentivano di esprimersi. Poi ha avuto la grande occasione di andare a lavorare a La7 con uno show tutto suo, ma i risultati sono stati disastrosi. Non diversamente è andata al suo film La Trattativa, minestra di tutti i luoghi comuni sulla trattativa Stato- mafia, che non ha ottenuto i consensi sperati. Dovrà prima o poi – marzullianamente – farsi una domanda e darsi una risposta del perché. Del resto è difficile seguire una che fu capace di attirarsi le ire di tutti ma proprio tutti, scrivendo quel famigerato tweet con cui volle dare la sua “solidarietà a Riina e Bagarella privati di un loro diritto”, dopo il no dei giudici di Palermo alla presenza dei due boss durante l’audizione del capo dello Stato al processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. Non stupisce, dunque, che continui come un’anima in pena a collezionare accuse e querele.