L’esempio di Spagna e Polonia: vince chi rinnova la sua proposta politica
Se ti rinnovi, vinci. Lungi da noi l’idea di voler tromboneggiare sui test elettorali di Spagna e Polonia. Fotografiamo la realtà. Una realtà che dice: facce nuove uguale nuovo entusiasmo. Uguale vittoria. Se ci fate caso, un’equazione che vale ovunque si sia recentemente votato. La Spagna ha segnato il successo dei quattro baldi ragazzoti di Podemos. Giovani provenienti addirittura dal partito comunista iberico, ben contenti adesso di arringare le folle a pugno chiuso, ma distanti e distinti da quella che fu la sinistra marxista votata alla minorità e alla sconfitta e assai critici coi governativi socialisti del Psoe. Addirittura sul versante opposto segna un successo evidente Ciudadanos, che potremmo definire la risposta di destra alla stagnazione, alla palude rappresentata dai popolari di Mariano Rajoy. In un caso come nell’altro un rinnovamento che parte dai volti più che dalla proposta politica. E che segnala una evidente stanchezza da parte dell’elettore nel dover sceglere sempre tra le medesime facce e proposte. Aria nuova che si segnala come necessaria dappertutto. Così nella stessa giornata in cui l’establisment spagnolo vacilla, una nuova scossa arriva dalla vittoria in Polonia dell’euroscettico Andrzej Duda che batte a sorpresa l’europeista Bronislaw Komorowski. Anche lì, anche a Varsavia, si afferma un volto nuovo. Anche li viene premiata una proposta di cambiamento. Che è ormai il vero discrimine. Perchè o ci si rinnova davvero, anche nel linguaggio, intercettando il comune sentire del popolo come Alexis Tsipras ha potuto fare nella martoriata Grecia, come ha saputo fare David Cameron in un’Inghilterra orgogliosa e come tutti i segnali dicono si appresti a fare Marine Le Pen in Francia, oppure, soprattutto in presenza di una crisi economica ancora aggressiva e angosciante, la credibilità dell’offerta politica si offusca rapidamente. È una scommessa che può essere addirittura vinta su fronti diversi e partendo da prospettive diverse. Ma é una scommessa che non può neppure essere giocata se si ripropongono sempre le stesse soluzioni e le medesime facce. Spagna e Polonia sono solo la conferma di un dato. Che, a maggior ragione, vale per noi. Per questa nostra Italia impaurita e introversa. Quest’Italia che non sembra avere più punti di riferimento a destra. Che cerca il nuovo e nell’attesa si rifugia nel non voto. Oppure si affida svogliatamente al giovanotto fiorentino. Che é stucchevole é vero e di promesse ne fa a bizzeffe. Ma che almeno il suo campo l’ha sgombrato. In un attimo.