La lezione inglese di Farage: «Ho perso le elezioni e mi dimetto»
Nigel Farage ha annunciato le sue dimissioni da leader dell’Ukip. Lo ha dichiarato in conferenza stampa dopo la sconfitta nel seggio di South Thanet per la Camera dei Comuni. Il leader anti-Ue e anti-immigrazione dell’Ukip è rimasto clamorosamente fuori dalla Camera dei Comuni. Nel suo collegio è stato battuto di 2.000 voti circa dal conservatore Craig MacKinlay. L’Ukip – pur ottenendo il 12,5% e crescendo rispetto alle ultime elezioni politiche britanniche – resta così per ora con un solo seggio. «Mi levo un peso enorme», ha detto Farage. La mancata elezione nel seggio di South Thanet per la Camera dei Comuni ha sorpreso sondaggisti e militanti del partito. «Non mi sono mai sentito più felice», ha aggiunto Farage. In passato aveva detto che avrebbe lasciato la guida del partito in caso di sconfitta. Nel suo intervento ha criticato anche il sistema elettorale e la discrepanza fra il numero di seggi ottenuti (1) e l’alta percentuale di voto popolare (oltre il 12%).
Farage si dimette nonostante il boom elettorale
«Sono fiero della campagna che ha condotto l’Ukip», aveva commentato a elezioni in corso su Twitter lo stesso Farage. Chiudendo la campagna elettorale, che ha poi visto vincere i conservatori del premier David Cameron, Farage aveva detto: «È il giorno più importante della mia carriera politica». Si era poi lanciato in una insolita citazione attribuita a Mahatma Gandhi: «Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci». Nel suo programma elettorale Farage aveva proposto un taglio drastico all’immigrazione, l’introduzione di un sistema a punti per gli ingressi degli stranieri che come in Australia premi quelli specializzati, oltre a un bando di cinque anni per gli immigrati non specializzati. «Non permetteremo ai criminali stranieri di entrare in questo Paese», ha affermato ancora il leader dell’Ukip. Nel programma era previsto anche l’obbligo di una assicurazione medica per i lavoratori immigrati. Un programma che ha convinto oltre il 12 per cento degli elettori, ma che in base al sistema elettorale britannico, ha portato in Parlamento un solo rappresentante dell’Ukip.