Omicidio del finto prete: in manette organizzatore, mandante ed esecutori
Risolto dai carabinieri l’omicidio del finto prete trovato morto la mattina del 9 febbraio, con mani e piedi legate e la testa avvolta da una fascia, nella sua abitazione di Monte San Biagio, in provincia di Latina. Sei gli arrestati, tra cui una donna, ritenuti responsabili a vario titolo del delitto. Tra loro i quattro esecutori materiali, il mandante e l’organizzatore. Per gli investigatori si tratta di una rapina finita male e pianificata da uno degli arrestati a cui la vittima Patrizio Faustino Barlone aveva prestato dei soldi. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia di Terracina, in collaborazione con i militari dell’Arma di Napoli, Ercolano, Torre del Greco e Angri. A distanza di quattro mesi esatti sembra dunque risolto il giallo di “Don Patrizio” come chiamavano la vittima a Monte San Biagio.
Omicidio del finto prete, gli arrestati incastrati dalle telecamere
Per gli inquirenti il mandante della rapina finita male è un 53enne di Fondi a cui la vittima aveva prestato una somma di denaro e sapeva che l’uomo aveva in casa una grossa disponibilità di denaro. Ad organizzare il “colpo” un 50enne napoletano che assoldò i quattro esecutori campani. Tra questi c’è anche una donna che la notte del delitto suonò alla porta dell’uomo. Ad incastrare il gruppo sarebbero state le telecamere di video sorveglianza presenti nelle stradine del paese. A quanto ricostruito dai carabinieri, a fare irruzione nell’appartamento furono la donna con un complice. Barlone fu prima pestato, poi legato con delle fascette di plastica e imbavagliato con un maglione stretto attorno al collo che gli avrebbe provocato la morte per asfissia. Ancora da accertare la somma del denaro rubato in casa quella notte. Il gruppo fu ripreso mentre scappava con una busta mentre in un cassetto dell’appartamento dell’ex-diacono, che era stato sospeso, i carabinieri del comando provinciale di Latina trovarono circa trentamila euro.