Anche il Pd in crisi: i dipendenti di Modena finiscono in solidarietà
Non importa che il Pd esprima il presidente del Consiglio e sia il primo partito italiano. Anche i suoi dipendenti, come successo a quelli di altri partiti, finiscono vittime dei tagli alla politica: dal 25 maggio i lavoratori del Pd di Modena, la seconda federazione italiana come numero d’iscritti e potenza economica del partito, avranno il contratto di solidarietà.
La Festa dell’Unità fa eccezione
Si tratta di una consistente riduzione dell’orario di lavoro a fronte di una decurtazione, non proporzionale, dello stipendio, che viene integrato con un contributo dell’Inps. L’accordo riguarderà 16 dipendenti e durerà un anno. La scure non riguarda però i dipendenti in aspettativa per carica politico-amministrativa o in distacco, quelli che si occupano dell’ufficio stampa e del controllo di gestione e coloro per i quali sta maturando il diritto alla pensione anticipata. Un’altra eccezione riguarderà circostanze particolari, come l’organizzazione della festa dell’Unità: in quel caso ci potrà essere una marcia indietro rispetto alla riduzione dell’orario di lavoro, che è diversificata a seconda delle funzioni, ma che mediamente si attesta al 46%, per 289 ore settimanali in meno.
Nel Pd non solo crisi economica
Oltre alla solidarietà per i lavoratori, il Pd di Modena taglierà anche sulle sedi, trasferendosi in locali con un affitto più basso. Ma la crisi non è solo economica, come ha rivelato il segretario provinciale Lucia Bursi, in una lunga dichiarazione pubblicata anche sul sito della federazione. «Alle difficoltà di ordine economico, si assommano disillusioni di tipo politico. Una parte del partito fa fatica a ritrovarsi nel mutamento», ha detto Bursi, invitando comunque gli iscritti ad andare «avanti insieme».