Primarie. Scontro Berlusconi-Salvini: “non servono”, “invece sì”
Per la scelta del leader dei moderati “non servono le primarie”. Ne è convinto il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, perché, a suo giudizio, le primarie sono “manipolabilissime”. Eppure proprio le primarie sono invocate da tutti gli altri protagonisti politici di un centrodestra da rimettere in piedi: da Salvini a Meloni passando per l’ultimo che ha strappato con la casa madre, Raffaele Fitto. Berlusconi, in Campania per una iniziativa di sostegno al candidato di centrodestra Stefano Caldoro, ha poi sottolineato come “la sinistra, con le primarie, abbia offerto alle più importanti città d’Italia i peggiori sindaci”. Infine Berlusconi, nell’area moderata, dice che sarà leader chi “sarà in grado di avere sufficiente carisma”.
Berlusconi contro i mestieranti della politica
Berlusconi non ha nascosto che esiste un problema di selezione della classe dirigente: “Si abbia coraggio, al prossimo rassemblement dell’area moderata, di escludere chi ha fatto politica solo per proprio tornaconto”. “È chiaro – ha affermato ancora – che deve esistere il timore che il centrodestra si frazioni ancora”. “Normalmente i grandi partiti guardano all’interesse dei cittadini – aggiunge – i piccoli solo ai propri e spesso si identificano con quelli dei loro piccoli leader”. E a proposito di chi ha abbandonato Forza Italia osserva: “Ci sono mestieranti della politica che salgono sui taxi di questo o di quel partito e appena non conviene scendono”. Eppure la cosa non lo ha dispiaciuto: “No – afferma – mi sono tolto un peso perché dentro FI la differenza tra chi intende la politica come servizio e chi lo fa per professione è molto chiara”.
Salvini insiste: primarie per scegliere, non ci sono dinastie
Sulle primarie però Matteo Salvini non è della stessa idea: “Non ci sono eredi e dinastie ma cittadini che dovranno scegliere il programma e i candidati per sfidare Renzi. Non penso ci sia un diritto di sangue”. Una risposta giunta durante l’intervento a Coffee Break su La7, commentando il progetto di Silvio Berlusconi di superare Forza Italia dando vita a una nuova aggregazione che non sarà guidata dal cavaliere ma da un nome da lui prescelto.