Conferme e smentite: il marocchino incontrò i terroristi della strage ma…

21 Mag 2015 11:16 - di Ginevra Sorrentino

Strage al Museo del Bardo: Abdelmajid Touil (Abdallah) il marocchino arrestato mercoledì perché sospettato di aver avuto un ruolo nell’attentato a Tunisi, non solo era in città in quel fatidico giorno (il 18 marzo), ma poco prima dell’agguato terroristico si trovava in place Pasteur con i due terroristi poi uccisi dalle forze speciali durante l’irruzione – ovvero Yassine Laabidi e Jabeur Khachnaoui – e con loro si sarebbe poi diretto verso il museo. Insieme ai tre, secondo i media tunisini, c’era anche un tale Othmane. L’inchiesta sul giovane marocchino si aggiorna di indiscrezioni salienti e inquietanti nuove acquisizioni.

Bardo, il ruolo del marocchino nella strage

Non solo: secondo indiscrezioni riportate dai media tunisini, Touil Abdelmajid avrebbe preso parte alla seconda riunione della cellula terroristica responsabile dell’attacco, avvenuta l’11 marzo, nella quale è stato deciso di incaricare Med Amine Guebli e Elyes Kachroudi di fornire i kalashnikov agli assalitori. Restano ancora da chiarire, comunque, e nella sua informativa alla Camera sull’arresto del marocchino il ministro Alfano lo ha anche sottolineato, i movimenti di Abdel Majid Touil dopo il suo ingresso in Italia, lo scorso 17 febbraio. «Tra quella data ed il 19 maggio non sono emerse evidenze della sua presenza sul territorio nazionale», ha riferito Alfano nel relazionare sui ragguagli dell’inchiesta culminata nell’arresto. Una notizia che, mentre in Italia è balzata sulle prime pagine di tutti i giornali e all’attenzione dei media, in Tunisia non ha riscosso molto interesse.

L’identikit di Touil Abdelmajid

Era il 17 febbraio scorso quando 642 migranti, soccorsi dalla Marina Militare, sbarcarono a Porto Empedocle (Agrigento). Tra loro Abdelmajid Touil – sospettato di aver partecipato all’organizzazione dell’attentato al Museo del Bardo di Tunisi – ripreso sul molo da un fotografo dell’Ansa poco prima del disbrigo delle pratiche di identificazione. Eppure nessuno lo aveva notato per atteggiamenti particolari  dal suo arrivo e fino a questo momento. «Non ci posso credere, pensa che quando mi salutava portava la mano al cuore. Non avrei mai pensato che potesse essere un terrorista», è la frase più ricorrente in  queste ore che seguono all’arresto di Abdel Majid Touil, fermato dalla Digos su ordine della Procura di Tunisi per aver pianificato e partecipato all’attentato, costato la vita a 24 persone. A pochi metri da via Pitagora 14, dalla palazzina bordeaux di quattro piani dove il presunto terrorista viveva con madre, fratelli e nipotino, dicono che è arrivato a Porto Empedocle il 17 febbraio scorso su un barcone con altri 90 disperati, seguendo il percorso di tanti migranti. Prima avrebbe preso un volo dal Marocco per raggiungere la Tunisia, avrebbe trascorso tre giorni in albergo, per poi partire per la Libia. Dopo 15 giorni in cerca di lavoro si sarebbe imbarcato per l’Italia. «Restava spesso a casa, a volte andava a mangiare alla Caritas, è un bravo ragazzo, era in Italia per trovare lavoro» dicono alcuni vicini di Abdel Majid, conosciuto come Abdallah, e che frequentava due volte a settimana una scuola per imparare l’italiano a Trezzano sul Naviglio. «Ho sentito che una professoressa ricorda di averlo visto in classe il giorno dell’attentato – racconta un altro vicino – incredulo rispetto alla possibilità che il ragazzo possa essere un terrorista che vive a Gaggiano, in casa con madre, fratelli e nipotino, che va a scuola pr imparare la nostra lingua e mangia alla Caritas». Ma difficilmente potrà venire fuori che si è trattato di un errore di persona.

«Le lezioni che frequentava Abdelmajid Touil si tengono il lunedì e il giovedì, mentre il giorno dell’attentato al Bardo a Tunisi, il 18 marzo, era un mercoledì», ha detto il sindaco di Trezzano sul Naviglio (Milano), Fabio Bottero. «Questo ragazzo frequentava il centro a Trezzano e sia lunedì 16 e che giovedì 19 marzo risulta presente, stando ai registri. Queste informazioni le ho passate agli organi competenti che indagheranno».

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