«La Rai cecchina Lega e FdI». Storace divulga i dati che lo confermano
La Rai «cecchina» la destra in campagna elettorale e finisce sotto accusa. A sollevare il caso sono Francesco Storace e il senatore leghista Jonny Crosio, che interviene con un comunicato sottoscritto anche da Matteo Salvini. «Si muovano Agcom e Vigilanza», è la richiesta.
Lo dicono i numeri: Lega e FdI “oscurati”
«Ma la Rai deve ancora estorcere il canone ai cittadini? L’avvio della campagna elettorale per le regionali è drammaticamente lesivo del pluralismo politico», ha detto Storace, che ha portato a testimonianza i dati dell’osservatorio di Pavia, «appena depositati in commissione di Vigilanza». Dalle rilevazioni cui fa riferimento il segretario della Destra emerge che alla Lega è stato dedicato appena il 3,7% del tempo in voce rispetto a tutti i soggetti politici, mentre a Fratelli d’Italia solo l’1,6%. «I tre telegiornali principali hanno cecchinato FdI e Lega in maniera vergognosa nella settimana dal 2 all’8 maggio, a liste depositate», è stato quindi il commento di Storace, che ha evidenziato come «in particolare il Tg3 non ha riservato neppure un secondo al movimento di Giorgia Meloni». E la percentuale di tempo in voce per FdI «non migliora con le altre trasmissioni Rai, in cui scende addirittura allo 0,8%». «È uno scandalo su cui l’Agcom e la stessa vigilanza Rai hanno il dovere di intervenire», ha concluso Storace.
Su Rai 3 servizio «scandaloso»
In casa Lega, invece, la denuncia riguarda principalmente la qualità dell’informazione e l’esempio portato è quello del servizio sulla visita in Umbria di Salvini, andato in onda al Tg regionale. «Vergognoso e scandaloso», lo ha definito Crosio, che è membro della Vigilanza, spiegando che la visita di Salvini è stata ridotta «a poche immagini in cui si vedono solo le aggressioni di quattro esponenti dei centri sociali», mentre non sono passati neanche «una parola sui temi affrontati e nemmeno un’immagine delle piazze affollate che hanno accolto Salvini». «Basta Rai politicizzata al servizio del governo e del Pd», ha quindi commentato il senatore leghista, annunciando che in commissione vigilanza chiederà l’audizione di direttore e caporedattore di turno del Tgr, per avere chiarimenti su scelte che «nulla hanno a che vedere con il diritto di cronaca e la sacrosanta libertà d’informazione», e chiederà anche una verifica per capire se la testata abbia rispettato «tutte le norme sulla par condicio attualmente in vigore». «Siamo allarmati da questa deriva e temiamo – ha concluso Crosio – che con la nuova riforma Rai voluta da sua maestà Renzi questa situazione possa solo peggiorare perché l’asservimento al potente di turno sarà totale».