Regionali: Renzi teme «l’avviso di sfratto» da Veneto, Campania e Liguria

16 Mag 2015 12:30 - di Eleonora Guerra
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Le regionali preoccupano Matteo Renzi: tre regioni su sette potrebbero andare al centrodestra. Politicamente per il premier si tratterebbe di una sconfitta, che cancellerebbe in via definitiva le ultime rendite del 41% delle europee.

I nodi in Veneto, Liguria e Campania

Poche settimane fa, a Palazzo Chigi si assaporava l’en plein. Poi, le beghe interne, le candidature impresentabili, la ripresa del centrodestra hanno modificato il quadro e ora si studia come attutire il colpo di una eventuale sconfitta in Veneto, Liguria e Campania. La situazione è stata analizzata in un articolo di retroscena da La Stampa, molto netto nel dire che «dal sogno di un mese fa di fare “cappotto”, sbocciato quando Tosi si candidò contro Zaia, la situazione è mutata alquanto». Così: in Veneto Luca Zaia veleggia a mani basse verso la vittoria su Alessandra Moretti; in Campania c’è stato il pasticcio delle candidature di appoggio a Vincenzo De Luca; in Liguria, a fronte di un centrodestra che si è compattato intorno al nome di Giovanni Toti, la sinsitra si è spaccata e il Pd corre con una candidata, Raffaella Paita, indagata per concorso in omicidio e disastro colposo in relazione all’alluvione del 2014.

Dalle regionali un «avviso di sfratto per Renzi & co»

Secondo quanto riferisce ancora La Stampa, la exit strategy di Renzi rispetto a una possibile sconfitta sarebbe addossare tutte le colpe sulla sinistra del partito. Una situazione che risulterebbe chiara anche all’interno del partito, dove i bersaniani, in particolare rispetto alla Liguria, dicono: «Se perde ci fa neri con le nomine». La prima sarebbe quella del capogruppo alla Camera, che guarda caso è stata fatta slittare a dopo il voto: al posto dell’esponente della minoranza Roberto Speranza, sarebbe già pronto l’arrivo del renziano di ferro Lorenzo Guerini. Ma ormai da tempo tutti sondaggi danno la popolarità del governo in costante calo. Anche per questo un rimpastino interno al Pd potrebbe non essere sufficiente a puntellare il premier e, per dirla con le parole usate da Matteo Salvini a Radio Padania, «l’arma del voto» potrebbe essere «un avviso di sfratto per Renzi, Boldrini e gli altri».

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