Ricordare il 24 maggio: per la prima volta gli italiani entrano nella storia
Con una lunga lettera di Marcello Veneziani su “Il Corriere della Sera”, finalmente si pone all’attenzione del grande pubblico il tema della storia e dell’identità dell’Italia, che per la prima volta si affacciò sulla storia mondiale nella Grande Guerra. “Il 24 maggio non è più festività nel calendario civile del nostro Paese, come del resto il 4 novembre, e dobbiamo aspettare un anniversario straordinario come un centenario per riproporio all’attenzione dei media e degli italiani. Ricordando l’entrata in guerra dell’Italia non si vuole certo celebrare l’amore per la guerra”.
Il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra
Secondo Veneziani, “col 24 maggio si vuole commemorare la nascita di una nazione con una mobilitazione popolare senza precedenti e un rito di sangue che fu un’ecatombe. Ricordare quel centenario significa ripensare l’Italia, riproporre il tema dell’identità nazionale nello scenario presente e proiettarsi a pensare il futuro senza cancellare o smantellare le storie e le culture nazionali”.
Con la Grande Guerra si fece davvero l’Italia
D’Azeglio disse che fatta l’Italia bisognava fare gli italiani, frase famosa, spesso citata a sproposito, perchè “l’intervento nella Prima guerra mondiale portò a compimento, come allora si disse, il Risorgimento, non solo perché ricondusse all’Italia Trento e Trieste, quanto perché coinvolse per la prima volta il Paese intero, da nord a sud, popolo e borghesia, e lo indusse a sentirsi nazione e comunità di destino, fino a donare alla patria la propria vita. Quella conquista unitaria, dovuta nel seco lo precedente a una minoranza, diventò con la mobilitazione totale e la leva obbligatoria, patrimonio sofferto di un popolo intero”.