Salvini sceglie il Piave: l’ampolla del Po è ormai un lontano ricordo
“La svolta nazionale dell’ormai ex secessionista Matteo Salvini è completata”, scrive “Il Corriere della Sera”. “Alla sua maniera, però. Senza buttare via nulla: perché se ieri, il 24 maggio, il «Capitano» leghista ha affidato al Piave una corona d’alloro per ricordare i caduti di un secolo fa, questo non gli impedirà, il 18 giugno, di tornare una volta di più a Pontida. Là dove si giurò — e non nel Medioevo — di «difendere la libertà dei nostri popoli padani dal potere romano». Insomma: nella nuova Lega sembra che ciascuno possa ritagliarsi il programma che preferisce”.
Ieri il Piave e il 18 giugno a Pontida
Secondo il quotidiano di Via Solferino, sul Piave c’è stata “la svolta nazionalista di Salvini“, che arriva ” dove fino a ieri neppure i più arditi si sarebbero potuti sognare. A Nervesa della Battaglia il capo le ghista si spinge a immaginare anche il ritorno di una leva generale: «Quando saremo al governo, faremo un servizio civile obbligatorio per tutte le ragazze e i ragazzi al compimento del 18esimo anno d’età». Ma come si concilia il sangue versato nella Grande guerra con i tradizionali ideali padani? In che modo si fanno partecipi coloro che non rinunciano alla maglietta di «Prima il Nord» del ricordo del sacrificio di cento anni fa? Certo, da queste parti è un po’ più facile che altrove.
Sul Piave la Grande Guerra non è storia lontana, ma memoria viva
Nervesa ha un Tricolore appeso ad ogni lampione per ricordare la «Battaglia del Solstizio» che la distrusse completamente nel 1918. E gli Alpini con il glorioso cappello sono tutt’altro che rari sotto il palco da cui parlano Salvini e il candidato governatore Luca Zaia. E, anzi, il leader leghista promette che riporterà «all’onore che merita il corpo degli Alpini, vergognosamente dimenticato negli ultimi anni». Durissimo l’antagonista di Zaia, Flavio Tosi: «È disgustoso che Salvini chiami in causa i morti sul Piave per farsi pubblicità elettorale».