Scoperto il gene del dolore: aperta la strada a nuove terapie
Se sentiamo dolore quando ci tagliamo un dito o fratturiamo un osso, la “colpa” sta nel nostro Dna. I ricercatori guidati da Geoffrey Woods e Jan Senderek, dell’università di Cambridge, hanno infatti scoperto il gene del dolore, Prdm12, aprendo così la strada a nuove terapie in grado di dare sollievo. Come si legge nella rivista Nature Genetics, la chiave per comprendere meglio come nasca il dolore, gli studiosi l’hanno trovata proprio in chi è incapace di provarlo, perchè affetto da insensibilità congenita al dolore (cip), una rara condizione per cui una persona non riesce a provare sofferenza fisica. Le cause sono molteplici e capire i cambiamenti molecolari che ne sono alla base può aiutare a sviluppare terapie per il dolore cronico. Il dolore è un meccanismo di allerta che ci può proteggere da pericoli, ma a volte molto difficile da sopportare e gestire. Così, partendo dallo studio di pazienti con questa patologia, membri di 11 famiglie non imparentate tra loro, che presentavano mutazioni in entrambe le copie del gene Prdm, i ricercatori sono riusciti a identificare 10 diverse mutazioni nel gene Prdm12. Chi ha queste mutazioni è dunque incapace di sentire il dolore fin dalla nascita, e non riesce a distinguere tra il freddo o un calore sgradevole, mentre gli altri sensi sono normali. Usando le cellule di topi e uomini “normali”, i ricercatori hanno visto poi che il gene Prdm12 è espresso proprio dai recettori del dolore e cellule collegate, e che la proteina da esso prodotta è un fattore chiave per la genesi dei nervi collegati alle sensazioni e può essere presa come bersaglio per nuove terapie antidolore.