Scuola, via libera della Camera. Il centrodestra boccia il bluff di Renzi

20 Mag 2015 14:17 - di Alessandra Danieli

Sì dell’Aula della Camera alla riforma della scuola. Dopo un iter forzato dovuto all’escamotage di Renzi di collocare il ddl come allegato al Def, il controverso testo sulla “buona scuola” è passato con 316 voti a favore, 137 contrari ed un astenuto. Esito scontato per il provvedimento che ora passa al vaglio del Senato, anche se la protesta dell’opposizione e la mobilitazione di piazza dei  professori non accenna a sfumare.

Scuola, il centrodestra boccia Renzi

«La scuola deve essere giusta, non buona. Non è zucchero filato». È il commento a caldo di Fabio Rampelli pubblicato sul suo profilo Facebook subito dopo il via libera. Nell’intervento in Aula, il capogruppo di Fratelli d’Italia, ha esibito una piccola lavagna con su scritto “Renzi bocciato” mettendo in luce tutti i buchi neri di una riforma bluff duramente contestata dal partito di Giorgia Meloni, al fianco della mobilitazione dei sindacati. «Basta con la menzogna delle assunzioni – ha detto Rampelli – in questa legge c’è un piano licenziamenti e nessuna nuova assunzione, ma solo la stabilizzazione di 50mila precari e 50mila normali subentri ad altrettanti pensionamenti. Assumere significa fare un contratto a un disoccupato e questa casistica non è contemplata nella riforma della scuola». No anche di Forza Italia. «Il cuore della scuola è la qualità dell’insegnamento offerto ai ragazzi: è questo il mantra irrinunciabile per una buona riforma.. E da questo punto di vista la riforma della scuola desta più di una preoccupazione: i 100mila precari che vengono immessi nel sistema circolatorio della scuola come un plasma indistinto, senza che siano stati adeguatamente valutati, sono in grado di garantire, soprattutto con le nuove regole, tali livelli? Se un docente non è capace, né viene valutato attentamente, gli si possono dare tutti gli strumenti che si vuole, dal gesso al telefonino, il gap, gravissimo, resta», ha detto l’azzurro Francesco Paolo Sisto.

I grillini “fuori il Pd dalla scuola”

Dura anche l’opposizione dei Cinquestelle. «La scuola pubblica statale fornirà sempre più un diritto allo studio solo di facciata, mentre l’accesso a una formazione adeguata sarà appannaggio di una minoranza della popolazione, economicamente in grado di investire per il futuro dei propri figli. Il progetto di Renzi è chiaro: desertificare culturalmente il paese per abbattere le conquiste civili. Vogliono sudditi da usare, inconsapevoli e subordinati», è il parere dei grillini che hanno votato contro il ddl scuola mostrando sugli scranni la scritta “Fuori il Pd dalla scuola”.

L’imbarazzo della Giannini

Incassato il via libera della Camera, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, tenta la ricucitura con il mondo della scuola e degli addetti ai lavori furiosi contro la riforma targata Renzi. «Al mondo della scuola dico: abbiate fiducia di essere protagonisti dell’autonomia. Il mondo della scuola – ha detto – capirà che questo disegno di legge fa l’autonomia. Insegnanti, dirigenti scolastici, studenti e chi fa funzionare la scuola devono acquisire fiducia». Finora però non è successo.

 

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