Sindone, non si fermano gli studi per datare la venerata reliquia
Dalla compatibilità dei Flagelli Vaticani, con i segni visibili sul Telo, all’utilizzo degli impulsi di luce ultravioletti in grado di riprodurre una colorazione simile a quella del Sacro Lino, non si fermano gli studi sulla Sindone. Gli aggiornamenti sulle principali tematiche sindoniche sono al centro dell’annuale incontro del Centro Internazionale di Sindonologia, a Torino in occasione della festa liturgica della Sindone che si celebra il 4 maggio.
Sindone, i flagelli bronzei e la datazione del Telo
A parlare dei quattro flagelli bronzei conservati nei Musei Vaticani è Flavia Manservigi, dell’Università di Bologna. «La forma dei flagelli – spiega – appare compatibile con la maggior parte delle tracce visibili sulla Sindone, segni allungati e di forma arrotondata. In futuro nuovi studi dovranno approfondire l’effettiva natura di questi oggetti, ma oggi si può dire che possono essere compatibili e in futuro potrebbero portare tante risposte» sulla datazione del Telo. Al momento il contesto archeologico da cui provengono “non è ancora noto”, spiega la ricercatrice, e la datazione “è un aspetto ancora controverso”, ma sarebbero compatibili con flagelli di epoca romana e anche etrusca.
Effettuati esperimenti anche con il laser
Fra i relatori anche Paolo di Lazzaro dirigente di ricerca dell’Enea di Frascati, dove sono stati eseguiti esperimenti con il laser, gli unici che finora hanno permesso di «riprodurre in parte la complessità microscopica della Sindone», riproducendo il colore e l’invecchiamento del Lino. «Sono stati usati impulsi di luce con durata di miliardesimi di secondo – spiega – e in natura un fenomeno così non esiste. Scientificamente è importante perché permette di colorare tessuti in lino in modo simil sindonico che possono essere usati come test per provare la non invasività di misure con reagenti chimici e tecnologie fisiche potenzialmente adatte a trarre informazioni scientifiche sulla Sindone».