Stress, principale nemico del lavoro: 30 milioni di ore perse ogni anno

7 Mag 2015 16:46 - di Redazione

Asili aziendali e convenzioni con asili nido, telelavoro, riprogettazione degli uffici per renderli più confortevoli, laboratori psicologici, ma anche corsi di guida sicura per i dipendenti che si spostano in auto, corsi di ginnastica contro i disturbi da “mal d’ufficio” come i dolori di schiena fino ad un software online battezzato “la scatola delle idee” attraverso cui ogni lavoratore può proporre miglioramenti all’azienda. Sono alcune delle ricette messe in campo da 19 asl per combattere il “nuovo male del secolo”, che colpisce ben 1 lavoratore su 4: lo stress da lavoro, causa in Italia di 30 milioni di giornate di lavoro perse l’anno per un costo pari a 3 mld di euro, cifra recuperabile e che equivarrebbe ad una nuova Spending review. A sperimentare le ricette antistress è stata la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), con un progetto durato 4 anni che ha coinvolto 65mila lavoratori e 19 tra asl e ospedali, con il supporto non condizionato dell’azienda Boehringer Ingelheim. Il risultato è stato più che positivo: grazie alle misure per il benessere dei dipendenti messe in campo dalle asl, le assenze sono state abbattute del 30%. Ed ancora: far lavorare i propri dipendenti in un clima più favorevole paga, visto che il numero di “stressati” in ufficio o in corsia è sceso ben al di sotto della soglia del 10% (che è la media Ue), contro il 25% di partenza, la produttività cresce di oltre il 27% e l’indice di gradimento dei clienti sale del 47%. Dunque, afferma la Fiaso, ”calcolando che ogni anno, secondo i dati Inps, i giorni persi per motivi di salute sono cento milioni, applicare la stessa ricetta all’intero mondo del lavoro significherebbe appunto un recupero pari a 30 mln di giornate lavoro, per un valore totale pari a circa 3 mld di euro da reinvestire in qualità dei servizi”.

Le cure per combattere lo stress

Per il momento, le esperienze del Progetto-Laboratorio verranno messe in rete, consentendo di esportare le cure “anti-stress” in tutte le aziende sanitarie. L’obiettivo è anche abbattere le conseguenze dello stress da lavoro per le dipendenti in dolce attesa: ben una gestante-lavoratrice su due nel settore della Sanità è infatti colpita da questo disturbo. Tre, avverte la Fiaso, le cause scatenanti dello stress lavoro-correlato: carico di lavoro, problemi di conciliazione lavoro-famiglia e trasferimento o cambio di mansione. E 13, spiega, sono i possibili fattori “antidoto”, dalla chiarezza del ruolo coperto alla condivisione degli obiettivi. La lotta allo stress da lavoro è anche una priorità dell’Europa, alla quale il fenomeno costa 20 mld di euro l’anno: da qui l’accordo quadro europeo sullo stress lavoro-correlato del 2004, recepito in Italia nel 2008, che prevede ”l’obbligo” per i datori di lavoro di tutelare la salute dei dipendenti; un dovere, si legge, che ”si applica anche in presenza di problemi di stress lavoro-correlato”. D’altro canto, è ormai chiaro che prevenire conviene, come sottolinea il presidente Fiaso Francesco Ripa di Meana: «Il nostro progetto dimostra che, tanto più in tempo di crisi, assume valore strategico investire nel capitale umano e professionale” avverte, ricordando però come il perseguimento del benessere organizzativo, ”oltre che attraverso la conciliazione fra vita privata e lavoro, passa anche per la capacità del management di generare un forte senso di appartenenza aziendale».

Commenti