No Tav, la difesa denuncia: sospetta scabbia per 3 anarchici in cella
No Tav, l’ultima notizia che li riguarda attiene alla sospetta scabbia che avrebbe colpito in cella tre anarchici milanesi attivi contro il progetto dell’Alta Velocità, in carcere dalla scorsa estate per l’assalto al cantiere della Torino-Lione del maggio 2013. A riferirlo sono i legali dei detenuti, gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini, che hanno raccontato di essersi recati nel carcere di Torino Lorusso Cotugno e di non aver potuto effettuare il colloquio con i tre, perché – è stato spiegato loro dalla casa circondariale – «presumibilmente» i loro assistiti hanno contratto la scabbia.
No Tav contagiati dalla scabbia
I difensori hanno chiesto spiegazioni scritte alla direzione sanitaria del carcere per chiarimenti sulle condizioni di salute e su come i tre detenuti hanno vissuto nelle celle nell’ultimo periodo, dopo il trasferimento, attorno al 20 aprile, dal carcere di Ferrara a quello di Torino. Nel capoluogo piemontese, infatti, si è svolto nelle scorse ore il processo con rito abbreviato. La prima udienza per i tre, imputati di porto di armi da guerra, incendio seguito a danneggiamento e resistenza (inizialmente erano accusati di terrorismo, ma la contestazione è poi caduta), si è tenuta lo scorso 23 aprile. Secondo i legali, i tre giovani, Lucio Alberti, Graziano Mazzarelli e Francesco Nicola Sala, arrestati lo scorso luglio e detenuti in isolamento con regime di alta sorveglianza, «i primi giorni dopo il trasferimento al penitenziario di Torino hanno dormito senza materassi e solo sulle brandine e non gli è stato nemmeno dato il cosiddetto “kit d’ingresso” con gli effetti personali per la vita in cella». Vita certo non facile, ma che non dovrebbe sconvolgere, almeno non più di tanto, chi ha contribuito a trasformare la Val di Susa e tutto il territorio interessato dal progetto dell’“Alta velocità” nella trincea in cui accamparsi, e di un cantiere – ormai permanente – una pericolosa polveriera pronta ad esplodere ciclicamente…