Ecco il tesoretto di Hillary Clinton: 30 milioni da discorsi a pagamento
Rendono bene i discorsi in America. Anzi, benissimo. L’hanno capito Bill e Hillary Clinton che solo quest’anno hanno raggranellato un ‘tesoretto’ di oltre 30 milioni di dollari. Gran parte di queste entrate, circa 25 milioni, derivano appunto dagli oltre 100 discorsi a pagamento tenuti dai due dal gennaio 2014 nell’ambito di vari eventi in tutti gli Stati Uniti. I numeri sono quelli svelati dalla campagna elettorale della Clinton e inoltrati dalla ex coppia presidenziale alla Federal Election Commission. E non sono certo numeri da “everyday americans”, gli americani di tutti i giorni, l’uomo comune a cui la candidata alla Casa Bianca si è rivolta fin dal primo giorno della sua discesa in campo per le presidenziali del 2016. Un aspetto questo che – insieme alle vicende legate alla Fondazione di famiglia – continuerà a mettere in difficoltà Hillary, in una campagna elettorale incentrata soprattutto sulla grande questione delle diseguaglianze e delle disparita’ di reddito all’interno della società americana. Si tratta di laute ricompense quasi sempre erogate dall’industria finanziaria, quelle società di Wall Street che rappresentano il nocciolo duro dei finanziamenti elettorali alla ex first lady.
Il tesoretto di Hillary
Il record Hillary Clinton lo ha raggiunto a San Diego, in California, quando per una serie di interventi alla Biotechnology Industry Organization prese 335 mila dollari ad apparizione. La media del suo onorario viaggia sui 200 mila dollari, per un totale di 12 milioni di dollari raccolti dal gennaio 2014. A cui vanno aggiunti i 13,5 milioni incassati da Bill, il cui onorario in più occasioni – come ad un evento di Bank of America a Londra, ha raggiunto anche i 500 mila dollari . Tali astronomiche ricompense non tengono conto dei pagamenti e degli onorari pagati alla Clinton Foundation. E ad esse vanno aggiunti i 5 milioni di dollari che Hillary Clinton ha intascato per le vendite del suo libro di memorie ‘Hard Choices‘, scelte difficili, in cui l’ex capo della diplomazia Usa ripercorre il periodo passato alla guida del Dipartimento di Stato. Per gli avversari repubblicani ce n’è abbastanza per tenere sotto botta colei che vuole in tutti i modi rimettere piede alla Casa Bianca.