Toti: «A destra c’è chi vuole il caos, Forza Italia guarda avanti»

13 Mag 2015 11:25 - di Redazione

«Non ci vuole una particolare scienza nel riconoscere che il centrodestra non vive una situazione facile. Anche per colpa di chi mira al cupio dissolvi inseguendo sogni individuali di successo francamente improbabili, o magari alleanze con la sinistra che non stanno nella natura del bipolarismo». Di fronte a chi si comporta così, dice Giovanni Toti, in un’intervista a Repubblica, “noi guardiamo avanti”. Parlando del progetto di partito repubblicano, Toti rinvia il discorso al dopo elezioni regionali: «Il dibattito sarà più sereno per tutti dal primo giugno. L’Italicum ci costringe all’unità, questo è chiaro anche a Salvini. La Lega fa ragionamenti corretti: nessuno vuole ammucchiate, non interessano neanche a noi. Dobbiamo confrontarci su un progetto, io credo che siano più le cose che ci uniscono rispetto a quel che ci divide». Non sarà – spiega – una “riedizione del Pdl”, ma “un contenitore all’americana in cui tutti portano le loro individualità. Bisogna pensare a una federazione in cui tutti coloro che si ritengono di centrodestra convergono su candidati e programma”. E per il leader? «Già da tempo – dice – noi abbiamo aperto alle primarie di coalizione».

Bianconi: «Forza Italia? In tanto tradiranno»

«Tutti vivono nel terrore che, lasciando Forza Italia, si becchino del traditore e questo trattiene molti. Anche perché la fine di chi è andato via non è stata buona. Per questo abbiamo tentato di far cambiare linea a Berlusconi. Purtroppo, lui non ascolta nessuno benché oramai abbia concluso il ciclo. Il suo l’ha fatto alla grande, ora però è solo d’impaccio al centrodestra. Un grande uomo si riconosce anche da come esce di scena», è l’attacco di Maurizio Bianconi, deputato fittiano, che – intervistato da Qn – rivela che “tra i 30 e i 35” sono pronti a lasciare i gruppi parlamentari di Forza Italia. «Io sono dell’opinione che bisogna fare alla svelta i gruppi, perché non vorrei che ci fosse una fuga e si entrasse nel novero dei ritardatari. Prima si comincia e meglio è. Ma siamo tanti e si decide insieme», dice. Alla Camera sono “tra i 14 e i 18”, e anche se per fare un gruppo a Montecitorio occorrono venti deputati, “basta pigiare – dice – sull’acceleratore. Venti o ventidue deputati che stanno con noi si trovano”. E il partito repubblicano cui pensa Berlusconi? «Lui – risponde Bianconi – pensa è una specie di comitato elettorale aperto che si dovrebbe chiamare partito repubblicano. Ma anche qui siamo al solito imbroglio di immagine perché, in sostanza, è un partito monarchico visto che continua a comandare lui».

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