Ventidue anni fa la morte di Mia Martini: le sue 10 canzoni più belle (video)
Ventidue anni fa Mia Martini se ne andava a soli 47 anni. Il 12 maggio 1995 la cantante si spegneva per “arresto cardiaco”. Ecco le dieci canzoni più significative della sua carriera artistica.
1) Minuetto incisa nel 1973, è il brano più venduto di Mia Martini, vincitrice anche del Festivalbar. Musica di Dario Baldan Bembo, testo di Franco Califano, è la storia di un amore a senso unico. La protagonista a disposizione di un uomo che la prende e la lascia, come in una danza senza fine. Appunto un minuetto.
2) La nevicata del ’56 è un brano scritto nel 1975 da una squadra di autori (testo di Carla Vistarini, musiche di Luigi Lopez e Fabio Massimo Cantini). Doveva inciderlo in un primo momento Gabriella Ferri, poi è rimasto quindici anni nei cassetti della Rca, finquando non ci ha rimesso le mani Franco Califano e, soprattutto, la voce Mia Martini che l’ha portato al Festival di Sanremo del 1990.
3) Piccolo uomo è stata composta da Dario Baldan Bembo, Michelangelo La Bionda e Bruno Lauzi nel 1972. È il brano che fa conoscere Mia Martini al grande pubblico. Vince il Festivalbar e diventa un successo internazionale.
4) Almeno tu nell’universo viene composta dalla coppia Bruno Lauzi-Maurizio Fabrizio nel 1972, nello stesso periodo in cui viene incisa Piccolo uomo. A differenza dell’altro brano, questo non lascia intendere grandi potenzialità, rimane addirittura nel cassetto e viene depositato in Siae soltanto nel 1989 per farlo portare a Sanremo da Mia Martini, dove fa il suo grande ritorno sulle scene dopo un lungo periodo di ostracismo.
5) E non finisce mica il cielo è scritto da Ivano Fossati, che è stato il grande amore di Mia Martini: «Tentavamo di lasciarci ma senza riuscirci». Il brano, destinato in un primo tempo a Mina, viene “riciclato” per la stessa Mimì, che lo porta al Festival di Sanremo del 1982. Quell’anno vince Riccardo Fogli, al secondo posto si piazzano Al Bano e Romina. Davanti a lei perfino Giuseppe Cionfoli, Lene Lovich ed Elisabetta Viviani. I giornalisti al Festival sono inferociti e inventano un riconoscimento ad hoc per lei e per il suo brano. Nasce spontaneamente tra gli inviati all’Ariston il premio della critica, premio che attualmente è intitolato appunto a Mia Martini.
6) Donna scritta da Enzo Gragnaniello nel 1989. Delicato ed emozionante omaggio all’altra metà del cielo composto dall’artista napoletano appositamente per Mimì. L’album che contiene questo brano vince il Disco d’oro.
7) Padre davvero. Il brano più provocatorio e “politico” di Mimì, quello che segna il suo esordio nel 1971. Scritto da Antonello De Sanctis musicato da Piero Pintucci. La canzone, che distrugge la figura paterna e la famiglia tradizionale, fa scandalo. Vince il primo Festival della Musica d’Avanguardia e Nuove Tendenze di Viareggio e partecipa al Cantagiro. Mia Martini lo interpreta facendolo suo, visto il suo rapporto conflittuale con il padre.
8) Gli uomini non cambiano sfiora la vittoria al Festival di Sanremo del 1992 arrivando al secondo posto. Le giurie le preferiscono la canzone di Luca Barbarossa dedicata alla mamma. Testo di un paroliere storico della musica italiana, Giancarlo Bigazzi, musiche di Marco Falagiani e Beppe Dati.
9) Cu’ mme Mia Martini è stata anche una splendida interprete dei brani classici napoletani. In questa canzone del 1992, scritta da Enzo Gragnaniello, sfoggia le sue qualità vocali e di interprete con il cantautore napoletano Roberto Mur0lo che in quell’anno compiva ottant’anni.
10) Stiamo come stiamo cantata in duetto con la sorella Loredana Bertè della stessa Bertè e di Maurizio Piccoli. Corre l’anno 1993. Per la prima volta sul palco dell’Ariston le due sorelle, accantonano la rivalità artistica. Il brano si piazza al 14mo posto nell’edizione vinta quell’anno da Enrico Ruggeri con Mistero.