Addio a Rutilio Sermonti: fu un maestro spirituale per molti giovani
È scomparso la notte scorsa Rutilio Sermonti, uno dei più grandi intellettuali e scrittori italiani, nonché un punto di riferimento culturale per coloro che ancora credono in un certo mondo, fatto di ideali e di onore. Rutilio, che è il fratello di Giuseppe e di Vittorio, oltre a essere uno scrittore è stato anche pittore, zoologo e storico. Rutilio era nato a Roma nel 1921, e nella Seconda Guerra Mondiale si arruolò volontario come sottotenente del Regio Esercito, prendendo parte alla campagna dei Balcani. Dopo l’8 settembre non ebbe dubbi: aderì alla Repubblica Sociale Italiana, convinto che si dovesse tenere fede alla parola data, come disse in seguito. Divenne ufficiale della 3a divisione di fanteria San Marco. Per il periodo in cui, in Jugoslavia, aveva fatto parte della Schutzpolizei , ricevette la Croce di Ferro, che esponeva orgogliosamente sulla parete di casa sua accanto a una foto dello scrittore Julius Evola e a una di Pio Filippani Ronconi, il noto orientalista ed esoterista, suoi grandi amici. Dopo la guerra si laureò in Giurisprudenza, continuando però l’attività politica: partecipò all’esperienza dei Far, i Fasci di azione rivoluzionaria, gruppo nato nel 1945 e sciolto nel 1947, che compiva azioni dimistrative nelle pià grandi città italiane. Nei Far militarono anche Pino Romualdi, Roberto Mieville, Cesco Giulio Baghino, Clemente Graziani, Franco Petronio. Nel dicembre 1946 contribuì alla nascita del Msi, dal quale però uscirà nel 1956 insieme con il gruppo di Ordine Nuovo per protesta contro la linea politica filo-atlantista del segretario Arturo Michelini. Rientrerà, insieme a una parte di Ordine Nuovo, solo nel 1969, dopo l’avvento della segreteria Almirante. Esperto di ambientalismo, parteciperà come dirigente alle esperienze dei gruppi ambientalisti missini, diventando anche presidente dei Gre, i Gruppi di Ricerca ecologica.
Sermonti fu anche apprezzato pittore, disegnatore e ceramista
In tutti questi anni Sermonti svolgerà un ruolo fondamentale tra i giovani tenendo conferenze, dibattiti, incontri culturali sui più svariati argomenti, dalla storia, all’ecologia, all’antropologia, alla politica. Dopo lo scioglimento del Msi nel 1995, Rutilio Sermonti aderisce alla Fiamma Tricolore di Pino Rauti e successivamente partecipa alla fondazione del Fronte Nazionale. Intanto diversi musei civici di zoologia italiani, tra i quali quello di Roma, lo incaricarono di riprodurre gli animali presenti nel giardino zoologico, opere che riscossero un grande successo. Nel 1975 realizzò anche sculture di numerosi modelli di dinosauri da realizzarsi in vetroresina, per il grande Parco della Preistoria di Rivolta d’Adda. Fu sempre un convinto oppositore della teoria evoluzionista e del darwinismo. Sermonti ha realizzato centinaia di disegni sia a matita sia in acrilico di animali, ritratti vari, pirografie, e oggetti in ceramica e terracaotta. Tra le sue opere anche rappresentazioni di Indiani d’America, cultura sulla quale Sermonti era particolarmente esperto. Ovviamente, Sermonti ha realizzato tutte le illustrazioni per i suoi volumi e anche per libri storici e scientifici di altri autori. Oltre alla grandissima testimonianza spirituale, Rutilio Sermonti ci ha lasciato numerosi libri: una Storia del Fascismo in tre volumi, scritta insieme con Pino Rauti (edizioni Controcorrente), Lineamenti per uno Stato organico, Rapporto sull’evoluzionismo (edizioni Il cinabro), Una vita di pensiero e di militanza (Diana editore), Evoluzionismo: scienza o frode? (edizioni Scripta manent), Grande Spirito: incontro con gli Indiani nordamericani (editrice Barbarossa), L’uomo, l’ambiente e se stesso (edizioni Settimo Sigillo), Valori corporativi (Ciarrapico editore) e molti altri, tutti pubblicati in varie case editrici d’area. Rutilio Sermonti ha lasciato un bellissimo testamento spirituale, rivolto ai giovani, del quale vogliamo pubblicare le prime righe: «Ascoltatemi, carissimi amici e compagni di fede. Questo non è un addio. L’addio, sarete voi a darmelo, quando io non potrò più farlo, dato che, fino all’ultimo respiro, intendo adempiere al giuramento che prestai il 28 ottobre 1939 allo Stadio dei Marmi, al Duce presente. È un testamento e una consegna, e, come tale, va redatto presso alla conclusione della vita, ma ancora nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali, come il destino ha voluto conservarmi tuttora. Mi rivolgo a voi, che mi siete più vicini nei ranghi, ma vi faccio carico di serbare in cuore le mie parole e di divulgarle al massimo e con ogni possibile mezzo a tutti coloro che giudicate pronti a riceverle, il giorno in cui mi porrò in congedo illimitato»… Quel giorno, purtroppo, è arrivato.