Anche i francesi usano la ruspa. Per “rubare” metri all’Italia sul Monte Bianco
No, stavolta Matteo Salvini non c’entra. E neanche i campi Rom. Le famigerate ruspe le utilizzano i fancesi contro di noi, per avanzare, silenziosamente, nell’indifferenza del governo italiano, lungo i confini tra la Val D’Aosta e l’Alta Savoia, spostando in avanti – come in una partita di Risiko – i cippi che segnano la linea del territorio italiano lungo le pendici del Monte Bianco. «Per noi – dice in un’intervista alla Stampa il presidente delle guide alpine della Valle d’Aosta, Guido Azzalea – è sempre più difficile lavorare sul versante francese. Poi questa storia dei confini. I francesi con una ruspa hanno spostato il cippo di confine di 150 metri. Come è ovvio che sia è subito tornato al suo posto, però…». Però i francesi ci provano, da anni. Anche in questi giorni in cui, proprio sulla difesa dei confini, fanno gli integralisti e gli indignati respingendoci gli immigrati che provano a passare da Ventimiglia a Mentone.
Il Monte Bianco conteso dal 1860
A quanto pare, come racconta sempre la Stampa, anche Renzi avrebbe saputo di quel misterioso tentativo di “riconquista” del Monte Bianco da parte dei transalpini, ma se ne sarebbe ben guardato dal parlarne con Hollande. La vicenda inizia nel 1860, quando fu stipulato il trattato di annessione della Savoia alla Francia. I francesi, però, di quel trattato dichiararono di averne perso la copia e di lì a qualche anno il testo fu modificato unilateralmente, con la definizione di un’enclave francese anche sud del Monte Bianco, in modo tale che la vetta risultasse interamente in territorio transalpino. La versione illegale del 1865 è stata recepita all’estero come quella vera e ancora oggi Google Maps segna i confini secondo la cartografia francese attuale. Esiste così un confine italiano giuridicamente ineccepibile, basato sulla cresta spartiacque, e uno francese non ufficiale che scende verso sud. Quello su cui si consuma il tentativo di “avanzamento” denunciato dalle guide valdostane e su cui Renzi non ha detto nulla solo pochi giorni fa, quando s’è recato all’inaugurazione di una meravigliosa funivia sul Monte Bianco, sulla quale si spera non sventoli, da qui a qualche giorno, la bandiera francese.