Autista aggredito con machete, Maroni: “Sparate per legittima difesa”

13 Giu 2015 8:15 - di Redazione

“Se nonfosse tutto drammaticamente vero, potrebbe sembrare un film violento, da vietare ai bambini. Una lunga scia di sangue sulla banchina è la foto che racconta la notte di un ferroviere: aggredito col machete da una gang latino-americana che gli ha staccato un braccio”, si legge su “Il Giornale”. L’immagine della città accoglie il premier, Matteo Renzi, a Palazzo Lombardia per la conferenza «Italia America latina». Una coincidenza quasi inquietante. «Non chiudersi a casa», «servono coraggio e speranza», «non paura», dice Renzi. Il pensiero corre a questi fatti, alla stazione di Milano diventata campo prorughi. Il padrone di casa, il presidente della Regione, Roberto Maroni, nonostante photo opportunities, sorrisi e battute, è di tutt’altro avviso.

Mentre Renzi invita a non avere paura, Maroni invoca l’esercito

Propone di rispondere al machete con le pallottole: «Che dovremmo fare? Porgere l’altro braccio?». Il treno della violenza è un “suo” treno, un treno regionale di Trenord. Spiega che non bastano le guardie giurate: «Chiederemo di mettere i militari e la polizia per contrastare questi fenomeni». Fino a sparare? «Sì certo, è legittima difesa. Voglio qualcuno che impedisca queste cose e se è necessario sparare, spari». Si dichiara «sotto choc per quanto successo a Milano» Silvio Berlusconi. Al telefono con Valenza per la chiusura della campagna elettorale, domanda: «Siamo invasi: ma il governo dov’è?». Poi insiste perché polizia e forze dell’ordine lavorino con l’esercito: «Vi garantisco che i soldati sono più felici di sentirsi utili nelle nostre città che passare il tempo a giocare a carte».

Maroni: «Chiederemo di mettere i militari e la polizia per contrastare questi fenomeni»

Non è un caso isolato questa notte di terrore, anche se per fortuna non sempre si arriva a esiti così drammatici. Fa sapere Trenord che nei primi cinque mesi del 2015 sono state 44 le aggressioni al personale: 18 aggressioni fisiche e 26 violente minacce verbali. Non cedere alla paura, come propone il premier? Maroni si smarca: «Io uso il cervello. Purtroppo non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. La paura c’è e deriva da fatti concreti, non da chiacchiere: il governo deve intervenire e non so che cosa aspetti. È gravemente inadempiente». E ancora: «Penso che non sia una gestione daPaese civile quella attuale: l’ho detto anche a Renzi. Dove vanno messi gli immigrati? In luoghi idonei, non lasciati a bivaccare nelle stazioni».

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