De Luca vuole nominare un assessore che conosce bene: il figlio

23 Giu 2015 15:28 - di Alberto Fraglia

Le dinastie in politica non fanno più notizia. Ce ne sono a iosa. Basta avere un padre, un nonno che abbia fatto carriera, coperto incarichi più o meno importanti, primo cittadino, ministro, sottosegretario, parlamentare, sindaco, e via dicendo, che, prima o poi, spunta qualche rampollo di belle speranze da sistemare nel Gotha dei vip, laddove pulsa il potere che conta. Qualche volta, in verità, i figli e i nipoti sono migliori dei padri e dei nonni. E questo addolcisce la pillola. La rende meno indigesta. Avviene quando il passaggio di consegne, la cessione del testimone, si nutre di luce propria, nasce e si afferma per meriti indiscutibili, e il destinatario rifulge nel firmamento per indubitabili competenze e altrettanto indubitabili capacità. Insomma, non siamo censori a prescindere del fatto che il nome di un padre, per quanto altisonante e famoso, possa incidere sulle fortune del figlio.

De Luca, la Severino e la giunta di Salerno

Tutt’altro. Quel che stupisce, nel caso di De Luca, arcinoto per essere diventato governatore della Campania a dispetto di tutti (compresa una parte rilevante del suo stesso partito) e in barba ad una legge, la Severino, che ne prevede la decadenza per ragioni oggettive altrettanto note, è il fatto che, mentre ancora non si capisce come si uscirà da questo guazzabuglio istituzionale senza perdere la faccia, l’ex sindaco di Salerno abbia già piazzato il figliolo, Roberto, 32 anni e una laurea in Economia e Commercio, ai blocchi di partenza per entrare in giunta in quel comune e – perché no? – prepararsi in un futuro non troppo lontano a sedere sulla poltrona che ha reso il papà famoso: quella di Sindaco di Salerno. La tempestività con cui il rampollo di casa De Luca ha occupato  prima l’incarico di responsabile economico del Pd cittadino e poi, tra  non molto, secondo alcune indiscrezioni di palazzo, quello di assessore per traghettare il Comune alle elezioni amministrative del 2016, merita di entrare nel guinness dei primati.  Che razza di “diavolaccio” il De Luca della Regione! Cuore di padre “monarchico” in corpo “democratico”.

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