Fassina avverte Renzi: “la scissione dal Pd l’hanno fatta gli elettori”
Intervistato da Avvenire, per Stefano Fassina, uno dei leader dei dissidenti democrat, sembra essere arrivata l’ora della resa dei conti: «Non ci sono ultimatum e scadenze, basta il calendario dei lavori parlamentari per dettare i tempi della politica. In commissione Cultura al Senato c’è il ddl sulla scuola con i nostri emendamenti. Se Renzi vuole fare pace con i suoi ex elettori faccia andare avanti le assunzioni e stralci la parte riguardante i poteri dei dirigenti e i precari di seconda e terza fascia. E faccia partire la discussione sulla legge di stabilità non dagli “zero virgola” del deficit, ma da una seria misura di contrasto alla povertà».
Fassina chiede a Renzi di riscrivere la riforma della scuola
Fassina, Renzi non farà mai nulla del genere… «Allora vuoi dire che sceglierò di essere fedele al popolo Pd, non certo a lui che l’ha abbandonato per stare con l’establishment, con la finanza internazionale, con le grandi imprese…». La scissione è più vicina? «La scissione l’hanno già fatta gli elettori, solo Renzi non la vede. Senza fare paragoni con le Europee, qua parliamo di 600mila voti in meno rispetto alle regionali di cinque anni fa. E in Veneto c’è stato il peggior risultato della storia del Pd. Non so se mi spiego». Non è anche colpa vostra? «Noi ci siamo limitati a portare in Parlamento e nel partito un sentimento diffuso nel nostro popolo sulle politiche liberiste e sul lavoro, sull’idea plebiscitaria della democrazia».
Pastorino emblema della sinistra che non vuole Renzi
Cosa significa il voto a Pastorino? «E il tentativo di dare una risposta a chi non crede in questo Partito democratico e ormai è tentante dall’ indifferenza, dall’indignazione e dall’astensionismo, se non dal voto ad altri partiti». Tentativo riuscito? «Noi aspettiamo una risposta seria del Nazareno sul voto della Liguria. Ora devono spiegare che partito è il Pd, che cosa vuole, che Italia immagina. In Liguria è emerso un popolo che non è disposto a digerire tutto pur di vincere. Un popolo con il quale fare i conti. Per Renzi il tempo di minimizzare i problemi è finito».