FdI: «Marino pensa soltanto a rom, profughi e gay. Se ne deve andare»

25 Giu 2015 12:15 - di Franco Bianchini

«La permanenza in Campidoglio del sindaco Marino è un danno oggettivo per la città. Non sa interpretare il ruolo di primo cittadino, non si cura di essere sindaco di tutti e cavalca battaglie ideologiche senza equilibrio». Lo afferma il capogruppo di FdI Fabio Rampelli. «Ha difeso i Rom – ha aggiunto – invece di fare chiarezza su questa piaga, ha chiesto 3000 rifugiati per Roma al posto dei 250 assegnati dal ministero degli interni, ha violato la costituzione sul registro dei matrimoni omosessuali, ha sfilato in prima fila tra sederi e peni al vento in quella fiera della volgarità che è stato il gay pride, promette di versare il suo primo stipendio da sindaco – e poi estende gli affidamenti diretti senza gara pubblica – alla coop di Salvatore Buzzi, si lancia nel più becero e pericoloso antifascismo militante con affermazioni offensive rivolte alle centinaia di migliaia di persone che a Roma si ritengono di destra».

FdI contro Marino: ha distrutto Roma

«Questi – ha osservato – alcuni motivi non confutabili per i quali, dopo aver anticipatamente interrotto la luna di miele con i romani, risultano opportune le sue dimissioni. Iniziamo da questa priorità cittadina – ha aggiunto Rampelli – liberare Roma dal “marziano”, prima che la devasti. Poi il centrodestra apra il suo confronto interno e scelga con le primarie lo sfidante della sinistra senza commettere altri errori, come quello fatto poche settimane fa nella regione Marche, dove Forza Italia ha scelto di sostenere un candidato presidente indipendente ma storicamente legato alla sinistra. Ed è finita sotto le macerie perché gli elettori non tollerano trasformismi. L’impressione è che un pezzo di classe dirigente del centrodestra sia attratta dai soldi e dal potere più che dal desiderio di dare a Roma un sindaco giusto. Come se volesse reiterare alcune pessime abitudini del passato invece che cercare un riscatto che passi per il gradimento del popolo romano e metta all’angolo potentati e generoni».

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